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Madre Liliana del Paradiso e la crisi economica

La “via” indicata da Madre Liliana del Paradiso per uscire dalla crisi? Amare e vivere la “povertà evangelica!

 

 

Madre Liliana del Paradiso nella Stella della Povertà  enuncia una “ricetta”,  a dir poco rivoluzionaria,  per uscire dalla crisi economica che attanaglia non solo l’Occidente industrializzato, ma il mondo intero. La soluzione è così enunciata:  “Ebbene,  cosa dire agli uomini di oggi in favore della povertà?  Come farla amare?”   (Madre Liliana, “Il grido del terzo millennio: purezza,  purezza”, pag 135). Sono sicuro che chiunque se ne intenda, anche minimamente, di economia di fronte a questa affermazione reagirebbe, come gli ateniesi reagirono alle parole di Paolo, con un sorrisetto e con un “Ti sentiremo su questo un’altra volta” (At 17, 32)

 

Fare proprio lo “stile di vita povero” di Gesù Cristo, il Figlio di Dio!

Siamo certamente consapevoli che Madre Liliana non aveva nessuna conoscenza delle leggi che regolano l’economia, ciononostante noi, che sappiamo come tutta la vita della nostra venerata Madre sia stata espressione del  Vangelo di Gesù Cristo, che è stoltezza di Dio più sapiente della sapienza degli uomini, vogliamo approfondire il tema. Quello che ispira Madre Liliana nella sua “visione dell’economia” è la contemplazione dello “stile di vita” del Figlio di Dio, e della Sua Madre, la Vergine Maria: “Il Padrone dell’Universo, il Salvatore del mondo, viene sulla terra, in mezzo a noi, nella più cruda povertà, nella miseria più autentica. Il Suo regno, il Suo dominio, la Sua casa è la povertà …” (Madre Liliana, o.c., pag 135). Lo stile di Gesù è lo stesso di Sua Madre: “Nessuna creatura sulla terra è stata ripiena dell’abbondanza di beni soprannaturali, quanto la Mamma Celeste, e nessuna creatura visse più povera di Lei.” (Madre Liliana, o.c., pag 136)

 

La Dottrina sociale della Chiesa

Nello sforzo di comprendere il contributo di Madre Liliana, ci viene in aiuto il Magistero della Chiesa, in particolare la sua dottrina sociale. Quando noi cristiani pensiamo allo “sviluppo” dell’uomo pensiamo immediatamente a Gesù Cristo! Infatti Cristo “rivelando il mistero del Padre e del suo amore, svela anche pienamente l’uomo all’uomo” (GS 22).

Nell’enciclica sociale “Caritas in veritate”, Benedetto XVI, celebrando i quaranta anni dell’enciclica sociale di  Paolo VI,  Populorum Progressio,   ricorda che con quella enciclica il suo venerato predecessore, voleva comunicare due grandi verità:

La prima è che tutta la Chiesa, in tutto il suo essere e il suo agire, quando annuncia, celebra e opera nella carità, è tesa a promuovere lo sviluppo integrale dell’uomo.

La seconda è che l’autentico sviluppo dell’uomo riguarda  unitariamente la totalità della persona in ogni sua dimensione. Senza la prospettiva di una vita eterna, il progresso umano  in questo mondo rimane privo di respiro. Chiuso dentro la storia , esso è esposto al rischio di ridursi al solo incremento  dell’avere.

Questa concezione di sviluppo integrale

-          “Suppone la libertà responsabile della persona e dei popoli:  nessuna struttura può garantire tale sviluppo a d fuori e al di sopra  della responsabilità umana” (CV17)

-          “Esige anche che se ne rispetti la verità … La verità dello sviluppo consiste nella sua integralità: se non è di tutto l’uomo e di ogni uomo, lo sviluppo non è vero sviluppo” (CV 18)

-          “Comporta la centralità della carità … La società sempre più globalizzata ci rende vicini, ma non ci rende fratelli. La ragione da sola , è in grado di cogliere l’uguaglianza  tra gli uomini e di stabilire una convivenza civica tra loro, ma non riesce  a fondare la fraternità. Questa ha origine  da una vocazione trascendente  di Dio Padre , che ci ha amarti per primo, insegnandoci per mezzo de Figlio  che cosa sia la carità fraterna … ” (CV 19)

 

Lo sviluppo di tutto l’uomo e di tutti gli uomini

“La vocazione cristiana a tale sviluppo riguarda dunque sia il piano naturale  sia quello soprannaturale: motivo per cui, quando Dio viene eclissato, la nostra capacità di riconoscere  l’ordine naturale , lo scopo e il bene cominci a svanire” (CV 18)

Per quanto riguarda l’ordine naturale,   Benedetto XVI afferma che Paolo VI, “Con il termine sviluppo voleva indicare l’obiettivo di far uscire i popoli anzitutto dalla fame, dalla miseria, dalle malattie endemiche e dall’analfabetismo. Dal punto di vista economico, ciò significava la loro partecipazione attiva e in condizioni di parità al processo economico internazionale; dal punto di vista sociale la loro evoluzione verso società istruite e solidali; dal punto di vista politico, il consolidamento di regimi democratici in grado di assicurare libertà a pace.” .” (CV. N° 21)

Per cui la domanda cruciale che si pone il Santo Padre è: “ Dopo tanti anni, mentre guardiamo con preoccupazione agli sviluppi e alle prospettive delle crisi che si susseguono in questi tempi, ci domandiamo quanto le aspettative di Paolo VI siano state soddisfatte dal modello di sviluppo che è stato adottato negli ultimi decenni.”(CV. N° 21)

Il modello di sviluppo adottato dall’umanità post-moderna è quello neoliberista per il quale il profitto è l’unico obiettivo dell’azione economica. Un modello che cerca di “mercificare” tutto, per guadagnare su tutto.  Un modello che ha assolutizzato il “mercato”,  eliminando ogni confine e ogni regola. Semplificando, lo schema è: produrre di più,  per consumare di più,  per guadagnare di più! Insomma per il neo liberismo, una crescita economica illimitata è conditio-sine-qua-non per lo sviluppo.

 

La ricetta neo-liberista è fallita!

I risultati del modello neoliberista si scontrano contro due evidenti  fallimenti.

1)  Nel sistema neoliberista i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri.

Questo problema viene così descritto da Madre Liliana : 

“In questa nostra civiltà che si definisce del consumismo, del benessere,… quanta miseria, indigenza, povertà! Sono milioni di poveri che popolano il nostro mondo, le nostre città, le nostre strade: sono milioni di labbra che si serrano nel gelo della morte perché affamate; sono milioni di vite che si spengono nell’inedia e nello squallore, perché manca loro il necessario, l’indispensabile. E’ uno spettacolo drammatico, angoscioso, ai nostri giorni, in un’era così sviluppata e prospera, l’esistenza continua e crescente di bisognosi, di oppressi, di emarginati, di miserabili … Si nota sempre più il distacco,  la differenza tra i grandi stati capitalistici, ricchi, potenti, e i giovani popoli che si affacciano alla storia, alla vita. E il grido dei poveri, l’ansia degli oppressi, il gemito dei diseredati, le lacrime di coloro che soffrono, restano, per molti, ancora, un doloroso appello senza risposta.” (Madre Liliana, o.c., pag 134-135)

L’unica soluzione che il neoliberismo propone per risolvere questo “problema”,  è ridurre la popolazione, attraverso “strategie” di pianificazione familiare. Il Mahatma Gandhi, grande ammiratore di Gesù,  era solito dire che “la Terra possiede risorse sufficienti per provvedere ai bisogni di tutti, ma non all’avidità di alcuni”. In realtà il mondo creato da Dio può rispondere a tutte le esigenze dell’umanità. Infatti così scrive Madre Liliana: “ Oh se tutti i beni creati da Dio fossero impiegati con retto uso, fossero messi a disposizione di tutti, fossero strumenti di perfetta carità, come si trasformerebbe il mondo!...” (Madre Liliana, o.c., pag 141)

2) Il secondo fallimento è lo “stato pietoso”, in cui versa il pianeta terra sottoposto a uno sfruttamento selvaggio in nome dello sviluppo neoliberale. Il “mito” neoliberista della crescita illimitata si sta scontrando contro i limiti del Pianeta! Gli allarmi negli ultimi anni si sono moltiplicati. Vedi http://climaterealityproject.org/, http://www.ipcc.ch/, http://www.maweb.org/en/index.aspx ,

L’appello fatto a Johannesburg, in occasione dell’incontro mondiale sull’ambiente,  dall’allora presidente della Repubblica Francese,  Jacques Chirac,  è rimasto inascoltato: “ La nostra casa sta andando a fuoco e noi guardiamo nella direzione opposta. La natura viene mutilata e non può rigenerarsi: eppure rifiutiamo di ammetterlo. La terra e l’umanità sono in pericolo e tutti siamo responsabili di questo”.  (Jacques Chirac,  Johannesburg 2002)

Questo drammatico problema  viene descritto, in modo lapidare, da Madre Liliana con queste parole: “Dappertutto un lusso smodato, agiatezza, comodità, luccichii di apparente felicità. La potenza, la fame dell’oro, la passione del guadagno, il diritto di proprietà, il dislivello delle classi sociali stanno trasformando la nostra terra in una vera spelonca, in un arido deserto …” (Madre Liliana, o.c., pag 133)

Secondo Madre Liliana “Di un radicale rinnovamento ha bisogno il mondo, di un mutamento di idee, di atteggiamenti, di sistemi di vita …” (Madre Liliana, o.c., pag 141), anche se sa bene che “Non appartiene alla Chiesa indicare le soluzioni tecniche” (GS 36)  per uscire dalla crisi.

 

Economie alternative

A questo riguardo proprio il 22 Febbraio scorso,  al Polo Lionello Bonfanti nei pressi di Loppiano, la cittadella del Movimento dei Focolari, il fondatore della teoria chiamata della “decrescita”, l’economista Francese Serge Latouche, in dialogo con due economisti sociali,  Stefano Bartolini e Luigino Bruni, ha svolto una relazione dal tema “il bruco e la farfalla: quale capitalismo deve uscire da questa crisi.”, (vedi http://www.news.va/it/news/la-decrescita-felice-serge-latouche-presenta-a-lop )

 

La Regina dei Gigli e il Suo messaggio di Purezza

E’ importante che quegli esperti di economia che hanno a cuore le sorti dell’umanità e del pianeta  si impegnino per trovare una soluzione valida alla drammatica situazione nella quale si dibatte la generazione post-moderna. Madre Liliana, dal canto suo,  è convinta che senza l’aiuto di Dio,  e dell’intercessione della Madre di Dio, la Bianca Regina dei Gigli, è impossibile per l’umanità riuscire a produrre quel “radicale rinnovamento” di cui sopra. Come non vedere in queste sue parole quasi una “profezia” degli eventi dei quali siamo stati spettatori in questi ultimi anni … “Guerre sociali. tumulti politici, agitazioni di masse sconvolgono popoli e Nazioni per la smania di accumulare capitali, ricchezze, beni materiali … Quanto sangue versato per i desideri insaziabili di possesso del cuore umano! Quanta violenza, soprusi, ingiustizie per la cupidigia di potere, per la corsa sfrenata al dio denaro e ai piaceri che esso procura!” (Madre Liliana, o.c., pag 133).

Per questo motivo Madre Liliana rivolgendosi alla Regina dei Gigli così la prega:

“Riporta alla nostra umanità Cristo, il Grande rivoluzionario che, col Suo Vangelo, senza alcuna politica e filantropia, ma solo con la forza dell’amore ha rinnovato la faccia della terra.

Riporta Cristo nella nostra società gaudente mostrandole il vero volto di Colui che da Betlem al Golgota fu l’incarnazione perfetta della povertà.

Riporta Cristo nel cuore dei potenti, dei sapienti, dei saggi di questo mondo, perché sappiano scoprire l’essenza della povertà evangelica, che non è privazione, bensì amore alla privazione, smascherando ogni convenienza sociale, ogni fanatismo di razza, abbattendo orgoglio e presunzione, e operando nella giustizia, nell’uguaglianza e nella pace …

Riporta Cristo alla gioventù moderna, perché senta il fascino, l’attrattiva della Sua sequela e, disprezzando i beni caduchi di questa terra, si slanci sulle vette della perfezione, ricalcando le Sue orme di povertà volontaria.

Riporta Cristo a tutti poveri sparsi sul globo terrestre, perché stimino ricchezza la loro povertà, quella povertà che li rende simili al Maestro divino e tesorieri del Regno Celeste.” (Madre Liliana, o.c., pag 141-142) 

 

P. Elia del M. C.

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