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La "Prigione" Invisibile

 

 

Quando si parla di prigione, subito ci vengono in mente gli Istituti di pena, costruzioni tetre,  circondate da mura altissime,  contornate,  a volte,  da filo spinato (che serve anche a far passare corrente ad alta tensione, specialmente nelle prigioni  americane) per scoraggiare qualsiasi ipotesi di fuga.

 

La prigione per i corpi

Contemporaneamente ci vengono in mente uomini e donne,  rinchiusi e isolati dentro queste mura separati dagli affetti familiari, dalle persone care (parenti, amici)  e costrette a vivere in spazi ristretti con persone che non conoscono. Persone che avendo fatto un cattivo uso della libertà la perdono ad opera della società in modo coercitivo attraverso le sue istituzioni, in modo da non poter più nuocere.

La vita dei detenuti ci sembra davvero una non-vita, un’esperienza  che non augureremmo a nessuno.

Cari Amici, il carcere materiale, mi sembra, un’ immagine, alquanto sbiadita, di un altro tipo di prigione.  Una prigione che potremmo definire “invisibile”,  nella quale le persone si rinchiudono, paradossalmente,  di propria,  spontanea volontà.

 

La “prigione” dello spirito

Una prigione nella quale è molto facile entrarvi,  ( ci vengono in mente, a questo proposito,  le parole di Gesù riguardo  alla larghezza della porta e alla spaziosità della strada che conduce alla perdizione cfr. Mt. 7,6.12-14), ma non altrettanto facile  uscirne … Una prigione molto più tetra di quella materiale e molto più orrenda per le conseguenze che ne possono derivare se ci si abitua a viverci dentro permanentemente. Ci riferiamo chiaramente alla Prigione del Peccato!

Quando diciamo peccato (è un concetto prettamente religioso) ci riferiamo soprattutto all’orientamento dell’io spirituale della persona che,  liberamente e consapevolmente,  decide da sé, autonomamente,  cosa è bene e cosa è male ( prescindendo quindi da Dio) e costruendo il proprio futuro seguendo i propri criteri.

Il racconto biblico della caduta di Adamo e di Eva esprime proprio questa decisione dell’uomo di fare a meno di Dio, nel’illusione di poter decidere da solo della propria vita e del proprio futuro. (cfr. Gn. 3,5),

Papa Francesco, nella Lumen Fidei, ci dice che senza la fede in Dio “l’unità tra gli uomini sarebbe fondata solo sull’utilità, sull’interesse (la logica del mercato)  o sulla paura.”

 

Prigionieri del proprio io

Nella misura, quindi,  in cui la persona mette il proprio io al posto di Dio e, conseguentemente,  al di sopra degli altri, scava lentamente ma inesorabilmente, all’inizio quasi senza accorgersene, un abisso tra sé e Dio, tra sé e gi altri, tra sé e il creato. Questo abisso di cui stiamo parlando è l’abisso di cui parla Gesù nella parabola del ricco Epulone e il povero Lazzaro (Lc 16, 19-31),  un abisso invalicabile … Se la morte coglie la persona dentro questa prigione invisibile non sarà più possibile uscirne!

 

“Che giova all’uomo guadagnare il mondo intero se poi perde se stesso” (Gesù)

Potremmo in altre parole definire il peccato  come una “distorsione suicida” dell’orientamento dell’io profondo che rifiutandosi di amare Dio e i fratelli e “ripiegandosi” su se stesso, con l’illusione diabolica di “diventare” dio (cfr. Gn. 3,5), si perde nei labirinti della depressione, della follia, della dannazione.

Le conseguenze del peccato sono visibili non solo nella vita del singolo peccatore che vive senza o contro Dio, ma anche nella devastazione del “corpo sociale” e nella distruzione del pianeta stesso.   Questo succede perché, come  abbiamo affermato più volte, il peccato provoca una dis-connessione anche dagli altri e dal creato.

Infatti, cosa ci insegnano, per fare solo qualche  esempio,  la crisi economica che dal 2008 sta devastando il mondo intero, mettendo in ginocchio nazioni intere e affamando milioni di esseri umani, mentre gli autori di questa crisi (vedi il film-denuncia “Inside Job” ) si sono arricchiti ancora di più e stanno, adesso,  alla corte di Obama? O cosa ci dicono i cambiamenti climatici  (che nel prossimo futuro,  faranno sentire sempre di più i loro effetti distruttivi)  causati da uno sfruttamento egoistico delle risorse del pianeta?

 

Gesù Cristo il più grande Rivoluzionario della storia! (Papa Francesco)

Gesù, il più forte,  è venuto nel mondo e con il “potere più grande”, quello del suo amore purissimo, chi-ama l’uomo  ad uscire dalla prigione invisibile dell’egoismo.

Gesù è il più grande rivoluzionario della storia, come ci ha ricordato Papa Francesco, perché riesce a fare quello che gli altri non hanno e non avrebbero mai potuto fare: cambiare il cuore dell’uomo, cioè liberare il cuore dell’uomo dal dominio del peccato!

Gesù con questo suo “Amore fino alla fine”,  riesce a liberare l’uomo. Benedetto XVI, nel suo libro su Gesù, commentando la lavanda dei piedi, dice che è proprio questo sconfinato amore di Gesù, significato, dalla lavanda dei piedi,  che ci purifica, ci fa uscire dalla prigione del nostro io mettendoci “in connessione” con Dio, e, conseguentemente, in connessione con gli altri e in armonia con il creato.

 

P. Elia del M.C.  -  C.R.G.  – solidarity-mission.it

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