Back

 

Coordinamento Enti e Associazioni di volontariato Penitenziario – SEAC

39° Convegno Nazionale – Roma 30 Novembre-2 Dicembre 2006

 

La Riforma Penale e le Nuove Prospettive

Il Volontariato, La Città, gli Enti locali per le nuove Politiche Penali

 

La scommessa sulla Giustizia

 

Sono le 22,30 di Giovedì 30 Novembre. Sono in una stanzetta all’ultimo piano dell’Istituto delle Suore di Maria Bambina a Roma, che è situato in via Paolo VI, a due passi dal colonnato di S. Pietro.

Apro le tende che coprono le due finestre e lì davanti ai miei occhi si svela un panorama suggestivo: la cupola di S. Pietro che risalta, tra le tenebre circostanti, di splendida luce.

Davanti a questo spettacolo mi viene spontaneo pensare alla difficile missione della Chiesa sotto la guida del vicario di Cristo: portare la luce di Cristo nel mondo. Portare la luce di Cristo nel mondo contemporaneo che per tanti versi è davvero immerso nelle tenebre.

Sono a Roma per partecipare al 39° Convegno organizzato dal SEAC (Coordinamento Enti e Associazioni di volontariato penitenziario cattolico) dal tema “La Riforma penale e le nuove prospettive: il volontariato, la città, gli enti locali per le nuove politiche penitenziarie” che si svolgerà dal 30 novembre al 2 Dicembre 2006.

La domanda che mi pongo, mentre contemplo la luce che sembra irradiarsi dalla cupola è: la luce di Cristo può illuminare anche il difficile campo della Giustizia umana? Il Vangelo della salvezza in Cristo ha qualcosa da dire anche a coloro che operano, a vario titolo, nel campo dell’Amministrazione Penitenziaria? Noi lo crediamo, e questa è la nostra “scommessa”!

(Leggi a questo proposito la bellissima traccia di riflessione richiesta dall'Ispettore Generale dei Cappellani Mons. Giorgio caniato al Prof. Luciano Eusebi, ordinario di Diritto Penale all'Università Cattolica di Milano, sede Piacenza)

Il Convegno vedrà coinvolte personalità del mondo Istituzionale: dal premier Romano Prodi al Ministro della Giustizia, Clemente Mastella; dal Presidente della Commissione di riforma del codice penale, prof. Giuliano Pisapia al Presidente della fondazione Michelucci di Firenze, dott. Alessandro Margara; dal Sostituto Procuratore Generale di Milano, dott. Francesco Maisto al dott. Luigi Manconi, Sottosegretario al Ministero della Giustizia. Da Luigi Nieri, Assessore al Bilancio della Regione Lazio al sindaco di Foggia nonché vice presidente dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) dott. Orazio Ciliberti. Erano presenti eminenti personalità del mondo del Volontariato quali Il Presidente della Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia, dott. Claudio Messina, il Fondatore della Casa della carità di Milano il sacerdote Virginio Colmegna, il sacerdote Ettore Cannavera, Responsabile della Comunità per giovani adulti “la Collina, Serdiana – Cagliari e il sacerdote gesuita Fabrizio Valletti, parroco a Scampia, Napoli.

 

Siamo ancora lontani dal momento in cui… 

1)      Innanzi tutto nel corso del Convegno si è subito delineato il sostanziale accordo nel difendere la legge 241/2006 sull’indulto: Era necessario, era giusto!  

2)      E’ generale la consapevolezza che il carcere è diventato: “Il centro di prima accoglienza per malati mentali, per tossico-dipendenti, per immigrati il cui unico reato è il non aver abbandonato il paese. I detenuti provenienti da queste aree di disagio formavano il 70% della popolazione detenuta prima dell’indulto” (dott. Emilio Santoro Docente di diritto, all’università di Firenze). Era molto tempo che non si vedeva una unanimità di vedute simile tra Istituzioni, enti e mondo del volontariato. Questa realtà ha fatto dire al Premier Romano Prodi, all’inizio del Convegno, che ci si trova chiaramente in presenza di una forma di detenzione sociale! Ha continuato dicendo che la riforma della Giustizia fa parte integrante del Programma dell’Unione e che per tale riforma è stata costituita una Commissione Parlamentare ad hoc. Ha ribadito che la battaglia per la sicurezza sociale non si combatte mantenendo condizioni disumane nelle carceri o aumentando il numero dei detenuti ma con: a) l’attenzione al disagio sociale; b) l’attenzione al fenomeno dell’immigrazione; c) la lotta alla criminalità organizzata. Ha concluso il suo intervento assicurando che il governo “farà tutto il possibile” per agire nella direzione indicata dal Servo di Dio, Giovanni Paolo II, quando nel suo messaggio per il giubileo delle Carceri cosi si esprime: “Siamo ancora lontani dal momento in cui la nostra coscienza potrà essere certa di avere fatto tutto il possibile per prevenire la delinquenza e per reprimerla efficacemente così che non continui a nuocere e, nello stesso tempo, per offrire a chi delinque la via di un riscatto e di un nuovo inserimento positivo nella società…” (Giov. Paolo II) 

3)      L’On. Clemente Mastella, Ministro della Giustizia, ha voluto ricordare che è strumentale voler colpevolizzare il Governo per la promulgazione di una legge, appunto la 241/2006, che è stata votata dai ¾ del Parlamento, perchè fondamentalmente giusta. Ha presentato a tutta l’assemblea dei convegnisti il nuovo Direttore del D.A.P. dott. Ettore Ferrari che, nonostante sia all’inizio del suo mandato, ha chiaramente espresso la necessità di una stretta collaboraione tra Amministrazione Penitenziaria, Enti locali e mondo del volontariato. Profondamente amareggiato il Sottosegretario alla Giustizia dott. Manconi ( che nel corso del suo intervento ha difeso appassionatamente l’indulto) ha detto: “Avremmo dovuto gioire come gioivano gli Ebrei al tempo dell’indizione dell’anno santo, avremmo dovuto sentire il suono del Jobel e rallegrarci e invece abbiamo sentito solo le critiche aspre, i lamenti, i contrasti accaniti contro una legge per mezzo della quale “si sta presentando un’occasione unica per mettere mano alla riforma del codice penale per risolvere gli annosi problemi che riguardano il mondo della Giustizia e del penale.” Ha invitato adesso a non perdere tempo e a rivedere subito alcune leggi “che portano ogni anno in carcere migliaia di persone”

 

 La riforma del codice penale 

4)      Tutti i relatori sono stati d’accordo, ancora una volta, nell’affermare che i tempi della riforma del codice saranno lunghi. Il Prof Pisapia, Presidente della Commissione per la riforma del codice penale, ha detto che le precedenti 11 Commissioni incaricate dai rispettivi governi non erano riuscite neppure a portare un disegno di legge al Parlamento. E ha aggiunto questo è il nostro obiettivo oggi: portare a termine un disegno di riforma del codice e ottenere il consenso da parte del Parlamento. Ha ricordato che “il più grande ostacolo alla riforma del codice è l’opinione pubblica. C’è bisogno che la “nuova mentalità” (fare uso abbondante di pene alternative al carcere come per es. le pene interdittive e le pene prescrittive, ma soprattutto fare del carcere “l’estrema ratio”) deve lasciare la sede dei convegni per entrare nella testa della gente.”. Come anche Giov. Paolo II aveva bene espresso, sempre nel messaggio del giubileo: “In questa linea è, pertanto, auspicabile un mutamento di mentalità, grazie al quale sia possibile provvedere ad un conveniente adeguamento delle istituzioni giuridiche. Ciò suppone, com’è ovvio, un forte consenso sociale e speciali capacità tecniche.”. Sia il dott. Margara sia il Procuratore Generale di Milano, dott. Maisto hanno ribadito l’urgenza di mettere fine al “Codice Rocco”, e di finirla anche con il mito della “certezza della pena” che nel loro intendimento significa, che sì, la pena deve essere inflitta e deve essere espiata, ma questo non significa che la pena non possa essere modificata, facendo riferimento con questo alla necessità di introdurre nel codice pene alternative al carcere che sono “vere pene”. Inoltre il Procuratore Generale, dott. Maisto ha messo tutti in guardia contro il “feticcio” del codice penale. Non basta avere un nuovo codice per pensare di aver risolto i problemi, così pensavamo anche 30 anni fa quando fu promulgato il Nuovo Ordinamento Penitenziario e la successiva legge Gozzini: In realtà è necessaria una rivoluzione culturale!  

5)      Il Prof Pisapia si è trovato d’accordo sulla necessità di darsi da fare - proprio perché la riforma del codice prevede tempi lunghi - per cambiare subito almeno tre leggi cosiddette “criminogene” cioè che portano in carcere ogni anno migliaia di persone: a) La legge sulle tossico-dipendenze; b) la legge sull’immigrazione; c) la legge sulla recidiva (ex Cirielli). In caso contrario, ha avvertito, avremo per la prossima estate, più di 60.000 detenuti, se non di più, nelle carceri italiane,. Anche su questo punto c’è stata l’unanimità. 

 

La Commissione Nazionale della Consulta 

6)      Per quanto riguarda l’approfondimento di quel particolare aspetto del tema del Convegno che riguarda la sinergia - auspicata da tutti - che ci deve essere tra Governo, enti locali, città e volontariato riguardo alle nuove politiche penitenziarie, c’è stata la buona notizia: Finalmente il 29 novembre nella sede del Ministero della Giustizia, la Commissione Nazionale della Consulta per i rapporti con le regioni, enti locali e volontariato, ha ripreso i lavori dopo un’interruzione di ben 4 anni. Il Presidente della C.N.V.G. dott. Claudio Messina ha detto che questo è un segno importante della nuova attenzione da parte del Governo per il ruolo fondamentale del Volontariato. Il dott. Manconi ha annunziato la creazione di 45 gruppi tecnici tra cui: gruppo sanità in carcere, gruppo istruzione, gruppo lavoro, e inserimento sociale, gruppo politiche sociali e stranieri. Ecc. Ha Inoltre espresso la volontà che ci sia una formazione congiunta tra operatori volontari e operatori Istituzionali. Per quanto riguarda le problematiche delle città metropolitane, prima fra tutte Napoli, ha ribadito che il problema è di ordine culturale e che siamo tutti responsabili. Il Sindaco di Foggia, dott. Orazio Ciliberti, ha fatto notare come oggi si sia in presenza di un’evoluzione in atto: Una sempre più forte presenza di conseguenze di fenomeni dovuti alla globalizzazione nei contesti locali. Il problema è che non abbiamo ancora capito che non si possono risolvere i “problemi globali” dando delle “risposte locali” e ha ricordato, riguardo alla sinergia tra gli enti e le varie organizzazioni di volontariato, che l’ostacolo più grande è la mancanza di fondi. I progetti ci sono e sono validi: Occorre intervenire nei

-         servizi sociali

-         dispersione scolastica

-         devianza minorile

-         illuminazione pubblica

-         ricostruire le periferie

-         evitare l’effetto di concentrazione

-         cooperative sociali finalizzate al reinserimento. 

Il problema è la mancanza di fondi. Ha concluso facendo notare il dramma che si vive in almeno trecento comuni del sud che stanno letteralmente “Fallendo”. 

 

Il Volontariato: agente di cambio sociale 

7)      Don Virginio Colmegna ha ricordato a tutti i volontari che proprio essi devono essere coloro che portano nella società questa “nuova mentalità” dell’inclusione e non dell’esclusione, dell’integrazione e non della divisione, della solidarietà e non dell’individualismo. I volontari sono “di per sé” portatori di cambiamento sociale.

8)      Padre Valletti, parroco a Scampia, ha ricordato che a Napoli sono le Istituzioni che per prime devono dare l’esempio di vivere nella legalità. Basta con le collusioni tra poteri forti e camorra.

 

TOP

Don Bruno Oliviero