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- Giugno 2002

10 Giugno 2002

 

Sto salendo nell’ascensore che mi porterà al 10 piano di un grattacielo situato in Washinton street nell’estremità sud di Manhattan, dove si trova il Department of Correctional of New York. Lì mi aspetta una impiegata per darmi i documenti necessari per poter entrare nel carcere e cominciare la mia missione.

A due passi c’è il Battery Park e il molo da dove si prendono i vaporetti per visitare la Statua della Libertà e il Museo di Ellis Island.

La statua della Libertà, questa immensa statua che domina la baia di New York mi fa pensare al significato profondo della parola libertà.

Cos’è la libertà? Che significa essere liberi? Quando siamo liberi davvero?

Nel Vangelo di Luca al capitolo 4 versetto…. Gesù afferma di essere venuto a portare la liberazione ai prigionieri…Cosa vuol dire ?

Oggi comincia ufficialmente la mia missione come cappellano di uno dei Carceri di Brooklyn. (BKDC= Brooklyn Detention Complex) Dopo due anni nel Carcere di Poggioreale a Napoli, il Signore mi ha chiamato a questa nuova missione nel nuovo mondo. Cosa vuol dire  per me sacerdote, rappresentante di Cristo continuare la sua  missione e annunciare la liberazione ai prigionieri?

Gesù annunciava ai suoi contemporanei e all’umanità di tutti i secoli: “La vostra schiavitù è finita!”

Ma di quale schiavitù sta parlando?

La schiavitù del peccato che ci rende schiavi “dentro”. La vera libertà è quella che liberà “dentro”, nel profondo. La vera libertà comincia dal “cuore”. Parafrasando le parole di Gesù potremmo dire:

“Beati i liberi nel cuore, perché di essi è il Regno di Dio!”

 

Operazione "Liberazione nel profondo"

 

La liberazione del mondo

Le attese legate alla venuta del Messia promesso da Dio al popolo ebraico prevedevano grandi sconvolgimenti che avrebbero interessato sia la nazione Ebraica sia il mondo intero. Nuove strutture politiche, una giustizia assicurata da Dio stesso, la libertà dal dominio romano, leadership mondiale affidata ad Israele, nella cui capitale Gerusalemme, sarebbero affluite le ricchezze dei popoli… (cfr. Is.c.60).

Il discorso pieno di delusione dei discepoli d’Emmaus (cfr. Lc.24,13ss) rivela proprio l’esistenza di queste attese di grandi sconvolgimenti che con la morte prematura di Gesù erano stati frustrati: “Noi credevamo, noi speravamo…” (Lc, 24,21).

 

…comincia dal cuore!

Quale sorpresa nel Cenacolo, 40 giorno dopo la Pasqua, quando gli apostoli riuniti con Maria “ebbri” di Spirito santo finalmente capiscono che i grandi sconvolgimenti che essi si aspettavano “fuori” di loro in realtà avvengono “dentro” di loro…La liberazione del mondo comincia dal “cuore” dei discepoli per opera dello Spirito Santo! (cfr. At.c.2)

 

1) Un’operazione annunciata

È indiscutibile che Dio attraverso i suoi profeti avesse annunciato, secoli prima che nascesse Gesù, il suo Progetto, di voler liberare l’uomo dal di dentro. Ecco cosa dice il profeta Ezechiele a riguardo:

“Così dice il Signore Dio:.Vi prenderò dalle genti, vi radunerò da ogni terra e vi condurrò sul vostro suolo. Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati; io vi purificherò da tutte le vostre sozzure e da tutti i vostri idoli; vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo,” (Ez.36,22.24)

 

Non solo corpo dunque, ma soprattutto “cuore”.

Già nell’Antico Testamento, dunque - ma la rivelazione sarà chiarissima nel Nuovo Testamento -, l’uomo è “più” che corpo, c’è una “interiorità” (=cuore) che non è riconducibile alla materia, ma è di origine spirituale.

 

Superiore alla materia il “cuore” è, in senso biblico, soprattutto la sede dell’ io profondo, dove sono prese le decisioni fondamentali che determinano gli orientamenti della nostra vita.

 

Il cuore può essere… “schiavo”.

Dio non guarda l’apparenza come fa l’uomo, (cfr.Sam.c.16), ma il cuore , perché sa che è nella “profondità” del cuore e non nella superficialità del look esteriore che si gioca la partita la cui posta in gioco è la vita!

Infatti per l’uomo l’insidia più temibile, il pericolo più grande, non è fuori, ma dentro di lui… Gesù affermerà che è “dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, che escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, adulteri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l’uomo” (Mc.7,21-23). La contaminazione operata dal peccato rende l’uomo schiavo del peccato: “ Se ascolterete le mie parole diventerete davvero miei discepoli, conoscerete la verità e la verità vi renderà liberi” (Gv. 8,31ss) alla replica dei giudei di non essere stati mai schiavi di nessuno Gesù risponderà: “Chi commette peccato è schiavo del peccato.” (Gv. 8,33)

In realtà il peccato contaminando, “sporcando” nel profondo, il cuore dell’uomo gli impedisce di amare e di essere così libero, perché essere liberi significa essere capaci di amare. Più si è capaci di amare più si è liberi. La vera prigione è l’egoismo! 

 

Infatti, seguendo il racconto biblico del peccato originale di Adamo ed Eva, costatiamo che la radice di tutti i peccati, l’egoismo, è una “distorsione” suicida dell’orientamento dell’ io profondo che rifiutandosi di amare Dio e i fratelli e “ripiegandosi” su se stesso con “l’illusione diabolica” di farsi uguale a Dio (cfr.Gn.3,5) si perde nei labirinti della depressione e della follia.

 

Il peccato di Adamo ed Eva diventa, misteriosamente, il peccato dell’umanità intera (il peccato originale). La vita, per l’uomo, così contaminata nel suo cuore, comincia a diventare un inferno.

Così Adamo, l’uomo vecchio, (cfr.Ef.4,22), diventa il simbolo di tutta l’umanità bisognosa di salvezza, chiamata a liberarsi a cominciare dal cuore.

 

  2) Un’operazione inaugurata

L’avvento di Gesù in questo mondo (cfr.Lc.c.2), segna la comparsa di una nuova umanità. Il Verbo di Dio facendosi uomo nel grembo purissimo della Vergine nazaretana fa compiere alla creazione l’ultimo, immenso, meraviglioso, incredibile salto di qualità. In Gesù l’opera creativa raggiunge il suo traguardo, il suo obiettivo. S. Paolo afferma che Dio ha creato tutto in vista di Cristo. (cfr.Col.1,16b). Lui è il “Primogenito” della nuova creazione (Col.1,18). L’uomo nuovo, dal cuore nuovo, pulito, il quale rigettando le suggestioni del Tentatore a ripiegarsi su sé stesso (cfr.Lc.4,1-12) mostrerà la bellezza di una vita superiore, divina, libera, tutta rivolta verso Dio e il prossimo.

Dio risuscitando Gesù dai morti ha confermato la sua compiacenza in lui… (cfr.Lc.3,21-22). Gesù ha realizzato il “progetto Uomo” che Dio aveva da sempre pensato, è arrivato ai “confini” di ogni umana perfezione e, in questo senso, che Gesù di Nazareth è il “futuro” di Adamo (=ogni uomo che nasce in questo mondo). Lui è quello che noi dovremo, in qualche modo, diventare

 

3) Un’operazione… “in corso”

Diventa così chiaro che Adamo il “primo uomo, tratto dalla terra (cfr.1Cor.15,47), che si corrompe (=invecchia) assecondando le “passioni ingannatrici” (cfr.Ef.4,22); Adamo che è simbolo di tutti gli uomini che “hanno cambiato la gloria dell’incorruttibile Dio con l’immagine e la figura dell’uomo corruttibile,…abbandonati all’impurità secondo i desideri del loro cuore, sì da disonorare fra di loro i propri corpi, poiché essi hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno venerato e adorato la creatura al posto del Creatore,…commettono ciò che è indegno, colmi come sono di ogni sorta di ingiustizia, di malvagità, di cupidigia, di malizia; pieni d’invidia, di omicidio, di rivalità, di frodi, di malignità; diffamatori, maldicenti, nemici di Dio, oltraggiosi, superbi, fanfaroni, ingegnosi nel male,…insensati, sleali, senza cuore, senza misericordia…” (Rom.1,23-31).

Questo Adamo è “obsoleto”, è l’uomo del “passato”, “superato”, “sorpassato” dall’uomo “nuovo”, l’uomo del “futuro”: Gesù di Nazareth. E’ schiavo prigioniero del suo egoismo deve quindi sottomettersi a un’operazione di liberazione nel profondo del suo cuore ad opera di Dio se vuole uscire dalla situazione di frustrazione , di fallimento, di alienazione, di fragilità estrema, di prigionia, di depressione profonda in cui l’ha cacciato il peccato.

 

Gesù innesca…

“Cosa è più facile dire al paralitico: ti sono rimessi i peccati o dire : alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina?” (Mc.2,9).

È questa la “scommessa” che Gesù ripropone all’Adamo di tutti i tempi e di tutti i luoghi. Gesù riserva a sé l’esclusivo potere di “convertire” l’orientamento egocentrico, egoistico dell’ io dell’uomo che è causa di tutti i peccati e della conseguente schiavitù che ne deriva.

“Ora perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati, ti ordino – disse al paralitico – alzati, prendi il tuo lettuccio e va’ a casa tua” (Mc.2,10)

Perché “in nessun altro c’è salvezza. Non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati” (At.4,12)

 

…con la potenza dello Spirito Santo…

Occorre quindi pentirsi per poter così ricevere il dono dello Spirito Santo perché inizi in questo modo un processo di liberazione del cuore dal peccato. (At.2,38)

“E perché non vivessimo più per noi stessi, ma per lui, che è morto ed è risorto per noi hai mandato, o Padre, lo Spirito santo, primo Dono ai credenti, per compiere ogni liberazione” (dalla liturgia della Santa Messa).

 

…l’operazione cuori liberi.

La vita su questa terra è proprio questo “pellegrinaggio”, questo “esodo”, questo “viaggio” spirituale che il “cuore” (=l’io profondo) deve compiere dal “paese lontano” (dall’essere “Adamo”, l’uomo del passato, l’uomo che vive nella schiavitù del peccato) fino alla Casa del Padre, la patria della libertà, la patria della propria umanità (Quando sarò in cielo allora sarò veramente uomo” S. Ignazio d’Antiochia) pienamente realizzata (all’essere “altro Cristo”, l’uomo del futuro) (cfr. la parabola del figliol prodigo: Lc.15,11ss)

 

In questa Casa tutti coloro che vi giungeranno, dopo aver lavato le loro vesti (=il cuore) rendendole candide col sangue dell’Agnello (cfr.Ap.7,14), non finiranno mai di sorprendersi nella Festa eterna con Dio, Maria e tutti i santi (cfr.Ap.22,14) 

In verità gli squilibri di cui soffre il mondo contemporaneo si collegano 

con quel più profondo squilibrio che è radicato nel cuore dell’uomo” (G.S. 10) 

 

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Don Bruno Oliviero