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La Purezza del Cuore alla radice

della Vita Consacrata

Un tentativo di lettura dell’Esortazione apostolica “Vita consacrata” di Giov. Paolo II

 

Coloro che conoscono la storia della Chiesa sanno che nei momenti più bui della storia del mondo (buio che inevitabilmente influenza la stessa storia della Chiesa che vive "nel mondo" pur non essendo "del mondo") Dio spesso attraverso la vita consacrata ha portato la luce.

A nostro modesto parere ci sembra  che anche nel nostro tempo, così travagliato, Dio, attraverso la voce del Vicario del Suo Figlio in terra, voglia dare l'orientamente a coloro che si "decidono"  per la vita consacrata perchè siano "luce" per il buio del nostro tempo.

 

“I cristiani immersi nelle occupazioni e nelle preoccupazioni di questo mondo, ma chiamati anch’essi alla santità, hanno bisogno di trovare in voi cuori purificati che nella fede “vedono” Dio,…”(n°109)

Condizione questa, perché non si abbia “solo una gloriosa storia da ricordare e da raccontare, ma una grande storia da costruire!” (n°110)

E’ questa in qualche modo, la consegna che Giovanni Paolo II ha affidato ai consacrati, quando si rivolge espressamente a loro a conclusione dell’esortazione apostolica “Vita Consacrata” frutto della IX Assemblea ordinaria del Sinodo dei Vescovi chiamato a riflettere sulla “Vita consacrata e la sua missione nella Chiesa e nel mondo”. Il Sinodo ha avuto luogo in Vaticano, dal 2 al 29 Ottobre 1994 e ha visto riuniti i vescovi di tutto il mondo e una folta rappresentanza di consacrati per espresso volere del Papa (cfr. n° 3). La vita consacrata “non è una realtà isolata e marginale, ma tocca tutta la Chiesa” (n°3) “Si pone nel cuore stesso della Chiesa come elemento decisivo per la sua missione” (n°3) per questo la Chiesa ha sentito il bisogno di approfondire e di esplicitare meglio l’identità della vita consacrata, come aveva già fatto per l’identità dei laici, e dei presbiteri (Christifideles Laici e Pastores dabo Vobis) gli altri stati di vita in cui si esprime la vita cristiana. Il documento “Vita Consecrata” che porta la data del 25 Marzo 1996, Solennità dell’Annunciazione del Signore, è composto da un’introduzione, tre capitoli e una conclusione.

 

Il compito di invitare…a guardare in alto

La purezza del cuore, frutto dello Spirito Santo, che rende “capaci” di vedere l’incomparabile bellezza di Dio che si fa visibile nel Figlio, ( n°109) ci sembra sia l’ispirazione sottesa che come un filo invisibile percorre ed unifica l’intero documento tracciando un identikit affascinante dei consacrati. Così scrive il Santo Padre: “Nonostante le difficoltà che talvolta avete potuto incontrare e l’indebolimento della stima per la vita consacrata in una certa opinione pubblica, voi avete il compito di invitare nuovamente gli uomini e le donne del nostro tempo a guardare in alto, a non farsi travolgere dalle cose di ogni giorno, ma a lasciarsi affascinare da Dio e dal Vangelo del Suo Figlio” (n°109)

Difatti alla vita consacrata “è affidato il compito di additare il Figlio di Dio fatto uomo come il traguardo escatologico a cui tutto tende, lo splendore di fronte al quale ogni altra luce impallidisce, l’infinita bellezza che, sola, può appagare totalmente il cuore dell’uomo”. (n°16)

La Chiesa e il mondo hanno bisogno di riscoprire la Bellezza di Dio, di cui la vita consacrata è una manifestazione. Infatti lo Spirito Santo rende i consacrati “specchio della Bellezza divina” (n° 111), per questo, il Santo Padre continua, “è soprattutto a voi, donne e uomini consacrati, che…rivolgo il mio appello fiducioso: vivete pienamente la vostra dedizione a Dio, per non lasciar mancare a questo mondo un raggio della divina bellezza che illumini il cammino dell’esistenza umana.” (n° 109)

 

Il suo volto brillò come il sole

Infatti già nel primo capitolo al n° 15 sotto il titolo “Alle sorgenti cristologiche-trinitarie della vita consacrata” il Santo Padre invita a fissare gli occhi sull’evento della trasfigurazione del Signore: “Il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce.” E se è vero che questa luce raggiunge tutti i cristiani per cui tutti possono e devono poter dire con S. Paolo: “Per me vivere è Cristo” (n°15), E’ anche vero che le parole di Pietro: “Signore è bello per noi stare qui” (Mt.17,4) “esprimono…il dinamismo profondo della vita consacrata: “come è bello restare con te, dedicarci a te, concentrare in modo esclusivo la nostra esistenza su di te!

In effetti che ha ricevuto la grazia di questa speciale comunione di amore con Cristo, si sente come rapito dal suo fulgore: egli è il più bello tra i figli dell’uomo (Sal. 45,3), l’Incomparabile.” (n° 15)

 

Prolungamento, nella storia, di una speciale presenza del Signore risorto

In questo modo il Santo Padre penetrando nel cuore della vita consacrata riscopre la verginità come la scelta della “bellezza”. Alle radici della scelta della vita consacrata, dunque, non c’è una volontà masochista di rinuncia , di fuga dalla vita, ma la purezza dei figli della luce che una volta individuata la bellezza di Dio che rifulge sul volto del Cristo si decidono totalmente per lui.

L’impronta della purezza data da Giov. Paolo II “colora” il mistero stesso dell’Incarnazione: il Padre manda il suo Figlio nel mondo, si rende visibile in Lui, proprio per affascinare l’uomo con la purezza e bellezza inaudita del suo amore.

E se è vero che la bellezza del Padre rifulge nel suo Figlio e che entra “in azione” per opera dello Spirito Santo, ad “attrarre” ed “affascinare”, è anche vero che coloro che sedotti e affascinati dalla bellezza del Cristo, ripetono con il profeta Geremia: “Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre” (Ger. 20,7). E “lasciandosi guidare dallo Spirito in un incessante cammino di purificazione, essi diventano, giorno dopo giorno, persone cristiformi, prolungamento nella storia di una speciale presenza del Signore risorto” (n°19)

 

Un’esistenza trasfigurata capace di sorprendere il mondo

  La purezza del cuore mentre rende capace di “vedere” la sconfinata bellezza di Dio, trasforma profondamente in quella stessa immagine. Per questo S. Paolo può dire che “Noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria (=La Bellezza incomparabile) del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria (=di bellezza in bellezza), secondo l’azione dello Spirito del Signore.” (2Cor.3,18) E’ la bellezza della vita consacrata, che anticipa la Bellezza dell’umanità futura.

“In effetti, è costante la dottrina che la presenta come anticipazione del regno futuro. Il Concilio Vaticano II ripropone questo insegnamento quando afferma che la consacrazione “meglio preannunzia la futura resurrezione e la gloria del regno celeste” (LG 42). Questo fa innanzitutto la scelta verginale, sempre intesa dalla tradizione come un’anticipazione del mondo definitivo, che già fin da ora opera e trasforma l’uomo nella sua interezza” (n°26) . Per cui i consacrati sono chiamati  a vivere “un’esistenza trasfigurata capace di sorprendere il mondo” (n°20) “Così la vita consacrata diviene una delle tracce concrete che la Trinità lascia nella storia, perché gli uomini possano avvertire il fascino e la nostalgia della bellezza divina” (n°20)

 

Lo sguardo fisso sul volto del Signore non attenua nell’apostolo l’impegno per l’uomo

  La contemplazione della Bellezza di Dio dischiusa ai puri di cuori non “chiude” al mondo e alle sua necessità. “Lo sguardo fisso sul volto del Signore non attenua nell’apostolo l’impegno per l’uomo; al contrario lo potenzia, dotandolo di una nuova capacità di incidere sulla storia, per liberarla da quanto la deturpa” (n°75).

La purezza del cuore è proprio la forza che liberando dall’egoismo spinge “al servizio della definitiva irradiazione della gloria divina” (n°27).

Per questo “la ricerca della bellezza spinge le persone consacrate a prendersi cura dell’immagine divina deformata nei volti di fratelli e sorelle” (n°75)

 

  Testimoniare con la vita il fascino del Signore Gesù

Afferrati da Cristo i consacrati testimoniano con la loro stessa vita “il fascino della persona del Signore Gesù e la bellezza del totale dono di sé alla causa del Vangelo” (n°64) In questo modo, specialmente i giovani consacrati, “possono indurre i loro coetanei al rinnovamento della loro vita”. (n°109). Inoltre  “l’amore appassionato per Gesù Cristo è una potente attrazione per gli altri giovani, che egli nella sua bontà chiama a seguirlo da vicino e per sempre. I nostri contemporanei vogliono vedere nelle persone consacrate la gioia che proviene dall’essere con il Signore” (n°109)

 

Maria la tutta bella!

In questo contesto “Maria è colei che, fin dalla sua concezione immacolata, più perfettamente riflette la divina bellezza: “Tutta bella” è il titolo con cui la Chiesa la invoca” (n°28)

In questo modo il Santo Padre rivela l’intima relazione di causa ed effetto che esiste tra la purezza e la bellezza.

Nella Chiesa, fin dall’inizio, c’è stata la convinzione che Colei che era destinata a diventare la Madre del Dio-Amore (cfr.1 Gv.1,ss), doveva essere purissima, esente cioè da ogni ombra di peccato che, contaminando nel cuore dell’uomo, il flusso dell’amore che viene da Dio, è la causa di ogni male, cioè della”mancanza” del bene, del vero, del bello nella creatura. Il peccato è la causa di ogni “bruttezza”.

L’Immacolata Madre di Dio, quindi, Maria, colei che ha dato “corpo” all’autore della Bellezza, la trasparenza della Bellezza increata. “In lei, ‘Tempio dello Spirito Santo’ , rifulge così tutto lo splendore della nuova creatura.” (n°28) Per questo il Santo Padre così continua: “La vita consacrata guarda a lei come a un modello sublime di consacrazione al Padre, di unione col Figlio e di docilità allo Spirito, nella consapevolezza che aderire ‘al genere di vita verginale e povera’ di Cristo significa far proprio anche il genere di vita di Maria”. (n°28)

 

Ed è a lei, alla fine dell’Esortazione, che affida tutti i consacrati:

“ Maria, figura della Chiesa sposa senza ruga e senza macchia, che imitandoti ‘conserva verginalmente integra la fede, salda la speranza, sincera la carità’, sostieni le persone consacrate nel loro tendere all’eterna e unica beatitudine…A te, Madre, che vuoi il rinnovamento spirituale e apostolico dei tuoi figli e figlie nella risposta d’amore e di dedizione totale a Cristo, rivolgiamo fiduciosi la nostra preghiera. Tu che hai fatto la volontà del Padre, pronta nell’obbedienza, coraggiosa nella povertà, accogliente nella verginità feconda, ottieni dal tuo divin Figlio che quanti hanno ricevuto il dono di seguirlo nella vita consacrata lo sappiano testimoniare con una esistenza trasfigurata, camminando gioiosamente, con tutti gli altri fratelli e sorelle, verso la patria celeste e la luce che non conosce tramonto.” (n°112)

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Don Bruno Oliviero