Risvegliare la fede per far rinascere la speranza
Riflessione di un cappellano di carcere sul cammino della Chiesa Italiana nel primo decennio del terzo millennio.
Nel solco della Chiesa
Tutta la Chiesa Italiana, in ossequio alle indicazioni dei vescovi, si sta preparando al Convegno di Verona per, come si esprime la traccia di riflessione pubblicata dalla CEI in preparazione al Convegno dal significativo titolo: “Testimoni di Gesù risorto speranza del mondo”(pag. 7-9), “dare nuovo impulso allo slancio missionario scaturito dal grande giubileo del 2000 e di compiere una prima verifica del cammino pastorale svolto in questo decennio e di essere occasione di ripresa di rilancio verso gli impegni che ancora ci attendono.”.
La sfida che impegna la Chiesa del primo decennio del terzo millennio è così descritta dal medesimo documento:
“Si è, infatti, consapevoli che ‘non è cosa facile, oggi, la speranza. Non ci aiuta il suo progressivo ridimensionamento: è offuscato se non addirittura scomparso nella nostra cultura l’orizzonte escatologico, l’idea che la storia abbia una direzione, che sia incamminata verso una pienezza che va al di là di essa’(Comunicare il vangelo in un mondo che cambia, 2)…Domande acute sorgono dai mutati scenari sociali e culturali in Italia, in Europa e nel mondo, e ancor più dalle profonde trasformazioni riguardanti la condizione e la realtà stessa dell’uomo. Nel tramonto di un’epoca segnata da forti conflittualità ideologiche, emerge un quadro culturale e antropologico inedito, segnato da forti ambivalenze e da un’esperienza frammentata e dispersa. Nulla appare veramente stabile, solido, definitivo. Privi di radici, rischiamo di smarrire anche il futuro. Il dominante ‘sentimento di fluidità’ è causa di disorientamento, incertezza, stanchezza e talvolta persino di smarrimento e disperazione.”.
La fluidità e l'incertezza attraversano anche la Giustizia Penale
La fluidità e l’incertezza, che si riscontrano nella cultura oggi, attraversano anche la Giustizia penale così si esprime il Magistrato Adriano Sansa nell’articolo apparso sulla Famiglia cristiana (n. 18/2006): “Già lenta per una pessima tradizione mai vinta né energicamente combattuta, essa è stata posta in ulteriore difficoltà anche dall’alluvione di leggi che hanno continuamente mutato le carte, spesso senza una visione organica e non di raramente per fini di utilità dei governanti anziché dei cittadini.”.
E' ancora più difficile sperare per coloro che si trovano in carcere
Scoraggianti i dati presentati all’ultimo convegno del Dap tenutosi lo scorso marzo sul tema “La salute in carcere, parliamone senza censure”: il numero dei detenuti è in costante aumento: nelle 207 carceri italiane ci sono 59.523 detenuti. Dovrebbero essere, in base alle strutture e ai regolamenti, al massimo 43 mila. Gli extracomunitari sono 19.836 (il 33,3%); I tossicodipendenti sono 16.185 (il 27%) e 11.800 detenuti (il 19,83%) sono affetti da patologie del sistema nervoso e da disturbi mentali. Una situazione per alcuni insostenibile: in 57, nel 2005, si sono tolti la vita in cella.
Situazione drammatica, dunque. Così si esprime il Dott. Sebastiano Ardita, responsabile della direzione generale detenuti e trattamento del Dap, :
"Sulla base di questi dati siamo consapevoli di versare in una situazione di grave, perdurante, quanto involontaria e inevitabile divergenza dalle regole". Il Dott. Ardita ammette di non poter garantire, a causa del sovraffollamento, quanto previsto dalle normative vigenti e dal recente regolamento penitenziario. A cominciare dagli spazi pro-capite che dovrebbero essere pari a 9 metri quadrati.”.
E’ sempre il dott. Ardita che lancia l’allarme sulla mancanza dei fondi: “Anche le risorse per la salute dei detenuti sono sempre meno perché vengono stabilite senza tener conto di una fondamentale variabile che è, appunto, il raddoppio del numero dei detenuti negli ultimi 20 anni. Dai corrispondenti 1.846 euro spesi nel 1995 per l'assistenza sanitaria di ciascun detenuto, si è passati agli attuali 1.607 euro, contro i 1.557 euro destinati attualmente a ciascun cittadino libero (mentre nel 1991 un detenuto poteva contare su risorse che erano più del doppio di quelle stanziate per il cittadino). Il budget è ormai, sul filo dell'indispensabile.
Sperare a Poggioreale
Come cappellano del carcere di Poggioreale, ormai da circa sei anni, e responsabile della catechesi ai padiglioni di Alta sicurezza Genova e Livorno sono sempre più consapevole che:
Non aiuta certo la rinascita della speranza ritrovarsi dentro una stanza di pochi metri quadrati per 22 ore su 24 ogni giorno, per mesi, per anni, perché il carcere che potrebbe ospitare 1100 cittadini detenuti ne contiene 2500.
Non aiuta certo la rinascita della speranza la lunghezza insopportabile del processo che non sai quando comincia, né quando finisce. Quando si comincia a perdere la concezione del tempo e si viene colti dal panico, quando ci si rende conto che a volte la mente va in tilt.
Non aiuta certo la rinascita della speranza sapere che la propria famiglia deve affrontare sacrifici enormi per andare avanti, mentre si è lì chiusi impossibilitati a prestare qualsiasi aiuto.
Non aiuta certo la rinascita della speranza rendersi conto, a volte, di essere entrati in un ingranaggio dal quale sembra non ci sia via di uscita. Ritrovarsi “sepolti vivi” in un carcere e ancor più “sepolti vivi” interiormente nel sepolcro di alcune scelte fatte e che sembrano incontrovertibili.
Non aiuta certo la rinascita della speranza rendersi conto che la condanna più spietata per i reati commessi viene dalla propria…coscienza.
Risvegliare la fede
L’incontro di catechesi, la celebrazione eucaristica, la celebrazione del sacramento della Riconciliazione sono i momenti forti in cui si cerca di “risvegliare” la fede attraverso il “divino impatto” con il Risorto, presente nel “Segno” del “Pane Spezzato” e del “Vino versato”, con la sua Parola, con la sua Misericordia.
La fede questo grande dono gratuito di Dio, questa virtù soprannaturale per mezzo della quale “Nella liturgia della Chiesa, nella sua preghiera, nella comunità viva dei credenti, noi sperimentiamo l’amore di Dio, percepiamo la sua presenza e impariamo a riconoscerla nel nostro quotidiano.”. (S.S. Papa Benedetto XVI, “Dio è Amore”, n°17)
La fede, questa grande luce interiore che ti fa “vedere” la realtà con gli “occhi” stessi di Dio.
- Allora si capisce il proposito che a volte affiora di voler “cambiare vita”.
- Allora si capisce il ripudio di sentimenti come l’odio, la vendetta, il risentimento verso tutto e verso tutti.
- Allora si capisce la forza che si avverte “dentro” e che ti fa superare i momenti difficili.
- Allora si capisce la rivalorizzazione di certe realtà che si davano per scontate ma che nella luce di Dio riacquistano tutto il loro valore: la famiglia, i figli, il lavoro.
- Allora si capisce anche come la stessa detenzione può essere vissuta con un altro spirito, quello filiale che, sull’esempio di Cristo, ti spinge all’abbandono in Dio.
Tutto è possibile a Dio!
Secondo il Vangelo di S. Luca, il primo in assoluto ad entrare nel Regno di Dio è stato un Criminale:
“Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!». Ma l’altro lo rimproverava: «Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male».E aggiunse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso». (Lc. 23, 39-43)
Gesù è convinto che I criminali, I pubblicani e le prostitute precederanno quelli che si credono giusti nel Regno di Dio:
“Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli; rivoltosi al primo disse: Figlio, và oggi a lavorare nella vigna. Ed egli rispose: Sì, signore; ma non andò. Rivoltosi al secondo, gli disse lo stesso. Ed egli rispose: Non ne ho voglia; ma poi, pentitosi, ci andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Dicono: «L’ultimo». E Gesù disse loro: «In verità vi dico: I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. È venuto a voi Giovanni nella via della giustizia e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, pur avendo visto queste cose, non vi siete nemmeno pentiti per credergli.”. (Mt. 21,28-32)
Non sono queste, ragioni molto valide per ricominciare a sperare?
Sperare contro ogni speranza!
E’ possibile sperare allora, quando sperare significa “sperare contro ogni speranza”?
La risposta della fede è Si! La ragione? Cristo è Risorto!
La risurrezione di Gesù sconvolge tutti i parametri che l’uomo si costruisce, tutti i falsi assoluti vengono abbattuti: L’impossibile diventa possibile!
In Cristo risorto la morte è sconfitta dalla Vita, l’ingiustizia è distrutta dalla Giustizia, la menzogna disintegrata dalla Verità.
I Sommi sacerdoti della religione ebraica, con gli Anziani e gli Scribi pensavano di aver chiuso “il conto” con Gesù; pensavano di aver vinto la “partita” inchiodandolo definitivamente su una croce. In questo modo pensavano di aver spento la Voce che gridava la Vita, la Giustizia e la Verità.
Si sbagliavano e di molto! In realtà la “partita” che essi pensavano di aver vinto non era finita…era finito solo il primo tempo! C’era e C’è un “secondo tempo” che tutti gli ingiusti, i signori della guerra, i fautori di menzogne di tutti i tempi non conoscono! Un “secondo tempo” nel quale Gesù di Nazareth “ribalta” il risultato del primo tempo. Colui che nel primo tempo, per l’ingiustizia, la falsità, la malvagità e la violenza degli uomini, era morto, nel “secondo tempo”, nel Tempo senza tempo di Dio, è risorto! E se prima era potente, ora è Onnipotente!
Gli apostoli scoraggiati e impauriti dall’esito del processo a Gesù e dalla sua successiva morte in croce, dopo tre giorni “gioirono al vedere il Signore Risorto”.
E’ la fede nella resurrezione di Gesù che può “ribaltare”, che può “sbloccare” il risultato già nel primo tempo. E’ la fede nella resurrezione di Gesù che può e deve già nel primo tempo “cambiare” la nostra vita. E’ la fede nella resurrezione di Gesù che può addirittura trasformare una sconfitta in una vittoria!
“i cristiani, ‘stranieri e pellegrini’ nel tempo (1Pt 2,11), sanno di poter essere rigenerati continuamente dalla speranza , perché le tristezze e le angosce del tempo sono gettate nelle mani del Dio di ogni grazia (1 Pt 5,7.10) (Testimoni di Gesù Risorto speranza del mondo pag. 8).
D. Bruno Oliviero