L'attesa del "Leader
Nella lettura devota della Sacra Scrittura, il popolo d’Israele diventava sempre più consapevole che Dio, molte volte e in diversi modi, aveva promesso l’invio di un Leader, di un Liberatore. Mai come agli inizi dell’era cristiana il popolo d’Israele aveva moltiplicato le suppliche a Dio perché mantenesse la sua promessa.
Una crisi epocale che è un preludio alla...
Agli inizi della nostra era la Palestina vive una “crisi epocale”. Il governo locale, il Sinedrio, formato dai sacerdoti del partito dei sadducei, dai farisei e dagli anziani del popolo, tre partiti spesso in lotta fra loro, è succube di un sistema economico globale voluto dall’Impero romano (che dominava il mondo allora conosciuto). Un Impero tutto impegnato a imporre un nuovo ordine mondiale con la “forza” delle legioni romane, e con il motto: Mors tua vita mea! (= Guerra preventiva – nota del traduttore).
Il Sinedrio, formato da tutti i partiti presenti in Israele, mette al primo posto il profitto e l’interesse di pochi. In questo modo mentre i ricchi diventano sempre più ricchi i poveri sprofondano nella miseria più assoluta. Anche le classi medio borghesi devono fare i conti con questa crisi: si moltiplica la corruzione a tutti i livelli, il consumo dei beni diminuisce e la ripresa produttiva diventa una chimera. Ma la crisi colpisce soprattutto le classi più indigenti: è sempre più difficile trovare un posto di lavoro a tempo indeterminato, si trovano solo, per alcuni, contratti di lavoro a termine, lavori in “affitto”, la cui caratteristica è la precarietà.
Si allarga dunque l’area della povertà e moltitudini immense vivono ai margini della vita. La mancanza del rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo, come il diritto al lavoro e al giusto salario, alla casa, all’istruzione, alla sanità si ripercuote sulla qualità della vita della gente, rendendo la situazione esplosiva. Date queste premesse diventa chiaro che l’insicurezza, il disorientamento e l’angoscia per il futuro distruggono, nelle persone, il gusto per la vita.
I giovani sono coloro che soffrono di più: impossibilitati a fare progetti a lungo termine, come per esempio sposarsi, sono costretti a permanere a lungo nella famiglia. Le giovani generazioni sempre più avvilite e deluse dalle ingiustizie da cui si vedono circondati, non vedono davanti a sé nessun avvenire sicuro, nella libertà e nella pace.
Per questo la maggioranza dei giovani “evade” dalla realtà, percepita come una prigione, e si rifugia nelle piccole soddisfazioni della vita quotidiana: dalla totale dipendenza dalle nuove tecnologie; televisione, computer, cellulari di ultima generazione, alla “febbre” – e alle conseguenti stragi - del sabato sera; dal consumo esagerato di alcool alle esperienze sessuali a “fior di pelle” senza un vero impegno duraturo; fino al consumo di sostanze stupefacenti che fanno loro dimenticare, per qualche istante, il vuoto che avvertono interiormente.
Per alcuni la “fuga” in piccole comunità religiose - gli Esseni - che aspettano senza far niente l’arrivo di una fantomatica liberazione dall’ “alto”…; per altri la ribellione violenta in gruppi terroristici - gli Zeloti – che cercano, con la violenza, anche a costo di stragi di persone innocenti, lo “scontro di civiltà” che solo può portare, secondo la loro fede, alla nascita di un nuovo mondo; molti “esasperati” dalla miseria e dall’abbandono nel quale vivono e scandalizzati dalla corruzione che vedono in coloro che dovrebbero guidarli, entrano a far parte di organizzazioni a “delinquere” che promettono facili guadagni trafficando la “morte”.
...pienezza dei tempi!
Nella sacra Scrittura, l’identità del Leader non era molto chiara.
Secondo la corrente sacerdotale, il Liberatore sarebbe stato un Sacerdote:
L’Angelo “Gabriele… mi rivolse questo discorso:
Daniele, sono venuto per istruirti e farti comprendere…Ora sta attento alla parola e comprendi la visione: Settanta settimane sono fissate per il tuo popolo e per la tua santa città per mettere fine all’empietà, mettere i sigilli ai peccati, espiare l’iniquità, portare una giustizia eterna, suggellare visione e profezia e ungere il Santo dei santi. Sappi e intendi bene, da quando uscì la parola sul ritorno e la ricostruzione di Gerusalemme fino a un principe consacrato, vi saranno sette settimane. Durante sessantadue settimane saranno restaurati, riedificati piazze e fossati, e ciò in tempi angosciosi.”. (Dn. 9,22 ss.)
Secondo la corrente profetica invece, il Messia sarebbe stato un Profeta come Mosè:
“Il Signore tuo Dio susciterà per te, in mezzo a te, fra i tuoi fratelli, un profeta pari a me; a lui darete ascolto…” (Dt. 18,15). E ancora:
“Mosè infatti disse: Il Signore vostro Dio vi farà sorgere un profeta come me in mezzo ai vostri fratelli; voi lo ascolterete in tutto quello che egli vi dirà. E chiunque non ascolterà quel profeta, sarà estirpato di mezzo al popolo.”. (At. 3,22ss)
Secondo la corrente regale, il Salvatore sarebbe stato un Re della discendenza del grande Re Davide:
“Ma quella stessa notte questa parola del Signore fu rivolta a Natan: ‘Và e riferisci al mio servo Davide: Dice il Signore: Forse tu mi costruirai una casa, perché io vi abiti?...”.
Non Davide costruirà una casa a Dio, ma Dio costruirà una “casa” a Davide:
“Te poi il Signore farà grande, poiché una casa farà a te il Signore. Quando i tuoi giorni saranno compiuti e tu giacerai con i tuoi padri, io assicurerò dopo di te la discendenza uscita dalle tue viscere, e renderò stabile il suo regno…” (2 Sam. 7,14ss) .
Con Isaia la profezia si concretizza ancora di più:
“Allora Isaia disse: «Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta di stancare la pazienza degli uomini, perché ora vogliate stancare anche quella del mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele”. ( Is. 7,13 ss).
Dio compirà la sua promessa in un modo che supererà tutte le attese, e che sconvolgerà tutti gli schemi. Per un “divino effetto di concentrazione”, il Messia concentrerà nella sua persona, non solo tutte le funzioni: regale, sacerdotale e profetica, ma essendo Egli stesso la Persona divina del Figlio, metterà in campo, per la salvezza dell’umanità, tutta la sua potenza divina.
Il Leader Rivoluzionario
Già dalla nascita il Messia comincia a “ribaltare” le attese che si erano sedimentate nei cuori degli ebrei circa il Leader e la sua missione. Sicuramente il popolo d’Israele, avrebbe potuto prevedere che il Messia sarebbe stato indicato da una “Stella”, ma nessuno avrebbe mai, e poi mai immaginato, per esempio, che il Grande Leader inviato da Dio sarebbe nato in una “Stalla”, e venisse da un luogo sconosciuto e disprezzato come Nazareth. Fin dalla nascita Gesù di Nazareth fa capire che il vero leader non guarda l’apparenza, ma il cuore.
Il vero Leader deve avere le idee chiare e un programma preciso e unitario
Il Leader di Nazareth ha le idee chiare su che cosa vuole perseguire. Il suo programma è chiaro e preciso: La gloria di Dio! E siccome la Gloria di Dio è l’Uomo vivente, fin dall’inizio della sua leadership, Gesù di Nazareth fa esplodere la sua potenza di vita!
Il vero Leader ha il potere di... dare la vita.
I ciechi vedono, gli zoppi camminano, i morti risuscitano. Ma Gesù che “vede” quello che c’è nel cuore dell’uomo sa che la sorgente di morte è situata nel più profondo dell’essere umano, nel suo cuore: il peccato! “Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l’uomo”. (Mc. 7,21-23).
Tutte queste cose cattive vengono dal di dentro e rendono l’uomo un fallito. Per questa ragione in occasione della guarigione di un lebbroso, Gesù, restituendolo pienamente riabilitato alla società, gli consiglia: non peccare più perché non ti accada di peggio. Gesù è l’unico che ha il potere sulla terra di “decontaminare” il cuore dell’uomo: “Che cosa è più facile dire, al paralitico, i tuoi peccati sono perdonati, o alzati prendi il tuo lettuccio e va a casa tua?”.
La difesa, allora, della vita umana nella sua completezza: corpo e anima - dall’inizio del concepimento fino alla morte naturale - diventa la sua passione quotidiana. Il vero Leader sa che se vuole cambiare il mondo deve cambiare l’uomo. Il mondo non cambierà mai se non cambia l’uomo. Il vero leader, Gesù insegna, deve portare la vita e portarla in abbondanza, è solo quando la vita “vince” la morte, che la Giustizia di Dio trionfa. Fin dall’inizio della sua missione Gesù di Nazareth fa capire che il male non si vince con il male, ma con il bene.
Il vero Leader sa scegliere la sua squadra
Un vero leader, Gesù di Nazareth dimostrerà, sa scegliere il suo team. Proprio perché non guarda l’apparenza, ma il cuore, il vero leader sa che per vincere la partita contro il male non serve il look esteriore ma una grande personalità. Coloro che danno importanza al look esteriore riempiono i tabloid, le grandi personalità riempiono i libri di storia, fanno la storia. Per questo nella scelta della sua squadra Gesù non guarda l’aspetto esteriore, il grado di istruzione, il conto in banca, ecc. ma fa nascere e crescere nel cuore degli apostoli atteggiamenti fondamentali che “costruiscono” una forte personalità: desiderio di conoscere la verità tutta intera, ricerca della Giustizia di Dio, entusiasmo per rivoluzionare il mondo con le armi del bene.
Il vero Leader condivide il suo potere con il suo team.
Il vero leader non vuole “robot” attorno a lui, ma persone “responsabili” che danno il loro contributo alla trasformazione del mondo, per questo “partecipa” loro il suo potere:
“Chiamati a sé i dodici discepoli, diede loro il potere di scacciare gli spiriti immondi e di guarire ogni sorta di malattie e d’infermità… Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; 6rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. 7E strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino. 8Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.”. (Mt. 10,1 ss.)
Il vero Leader vince sempre! Vince quando vince e vince anche quando perde.
Gesù Cristo, dopo la sua mirabile vittoria sulla morte ai discepoli di Emmaus, che sono confusi e disorientati dalla sua apparente “sconfitta” sulla croce, fa capire che un vero leader vince sempre: ma, paradossalmente, vince soprattutto quando “perde” la sua vita per amore:
“Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria? E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino. Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. Ed essi si dissero l’un l’altro: Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture? E partirono senz’indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone.” (Lc. 24, 25-35)
Il vero Leader ha il potere di portare il popolo alla vittoria piena.
L’apostolo Pietro nel suo primo discorso alle folle, dopo la Pentecoste, così si esprime:
“Uomini d’Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nazareth - uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso operò fra di voi per opera sua, come voi ben sapete -, dopo che, secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, fu consegnato a voi, voi l’avete inchiodato sulla croce per mano di empi e l’avete ucciso. Ma Dio lo ha risuscitato, sciogliendolo dalle angosce della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere… Questo Gesù Dio l’ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni. Innalzato pertanto alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo che egli aveva promesso, lo ha effuso, come voi stessi potete vedere e udire… Sappia dunque con certezza tutta la casa di Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso!... All’udir tutto questo si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: «Che cosa dobbiamo fare, fratelli?». E Pietro disse: «Pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati; dopo riceverete il dono dello Spirito Santo. Per voi infatti è la promessa e per i vostri figli e per tutti quelli che sono lontani, quanti ne chiamerà il Signore Dio nostro».Con molte altre parole li scongiurava e li esortava: «Salvatevi da questa generazione perversa». Allora coloro che accolsero la sua parola furono battezzati e quel giorno si unirono a loro circa tremila persone.” (cfr. At. Cap. 2)
Don Bruno Oliviero