Con Benedetto XVI contro la dittatura del Relativismo
Una “lettura veloce” del Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2013 di S.S. Benedetto XVI.
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Benedetto XVI proprio all’inizio del suo messaggio per la Giornata Mondale della Pace che si celebrerà il 1 Gennaio 2013, ricorda che “ogni anno nuovo porta con sé l’attesa di un mondo migliore. ” E che nonostante gli aspetti negativi del fenomeno, in sé positivo, della globalizzazione, le tensioni per la disuguaglianza sempre più accentuata tra ricchi e poveri, i sanguinosi conflitti, le minacce di guerra e l’angoscia provocata dalla piaga del terrorismo e del fanatismo religioso, … “le molteplici opere di pace, di cui è ricco il nostro mondo, testimoniano l’innata vocazione dell’umanità alla pace. In ogni persona il desiderio di pace è aspirazione essenziale e coincide, in certa maniera, con il desiderio di una vita umana piena, felice e ben realizzata.”
Per Benedetto XVI la pace è dono di Dio e opera dell’uomo. Per questo il Papa, nello scrivere il Messaggio, ha scelto di ispirarsi alla beatitudine proclamata da Gesù: “Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio” (Mt 5,9)
Con questa beatitudine Gesù dichiara a coloro che si lasciano illuminare dalla luce della fede e credono in Dio che “non solo nell’altra vita, ma già in questa scopriranno di essere figli di Dio, e che da sempre e per sempre Dio e del tutto solidale con loro. Comprenderanno che non sono soli, perché Egli è dalla parte di coloro che s’impegnano per la verità, la giustizia e l’amore.”
Infatti con il dono della rinascita dall’acqua e dallo Spirito, meritatoci dalla vita, morte e resurrezione di Gesù, l’uomo “vive l’esperienza gioiosa di un dono immenso: la condivisione della vita stessa di Dio, cioè la vita di grazia, pegno di una vita beata.”
Quando l’uomo si apre al dono della fede, ci dice il Santo Padre, ha inizio, a livello spirituale, un lento ma inarrestabile “processo evolutivo” (che “alla fine” coinvolgerà anche il corpo), “Infatti, Dio stesso, mediante l’incarnazione del Figlio e la redenzione da Lui operata, è entrato nella storia facendo sorgere una nuova creazione … dandoci la possibilità di avere un ‘cuore nuovo e uno spirito nuovo’ “
Questa “rinascita” dona all’uomo “una visione nuova della storia”, e un nuovo, superiore modo di agire che ha, secondo il Santo Padre, queste caratteristiche: “compassione, solidarietà, coraggio, perseveranza”.
“Gesù Cristo, in particolare, ci dona la pace vera che nasce dall’incontro fiducioso dell’uomo con Dio.” In questo modo il cristiano proprio in quanto “figlio nel Figlio” diventa “Operatore di Pace”. Perché “la pace non è un sogno, non è utopia: è possibile.”. Per questa ragione ….
Gli operatori di pace si impegneranno nella difesa della Vita “considerata nella molteplicità dei suoi aspetti, a cominciare dal suo concepimento, nel suo svilupparsi, e sino alla sua fine naturale …”
Gli operatori di pace si impegneranno nella difesa della famiglia fondata “sull’ unione fra un uomo e una donna, rispetto ai tentativi di renderla giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione che, in realtà, la danneggiano e contribuiscono alla sua destabilizzazione, oscurando il suo carattere particolare e il suo insostituibile ruolo sociali.”
“Questi principi - afferma il Papa - non sono verità di fede,… Essi sono inscritti nella natura umana stessa riconoscibili con la ragione, e quindi sono comuni a tutta l’umanità.” Per questo …
Gli operatori di pace si impegneranno per smantellare ”la dittatura del relativismo e l’assunto di una morale totalmente autonoma, che preclude il riconoscimento dell’imprescindibile legge morale naturale scritta da Do nella coscienza di ogni uomo.”
Gli operatori di pace si impegneranno nella difesa del lavoro sicuro e per tutti contro l’idolo della finanza globale che trasforma i mezzi (la ricchezza) in fine e il fine (le persone) in mezzi. Per questo:
Gli operatori di pace si impegneranno nel collaborare con “persone, gruppi, istituzioni che promuovano la vita favorendo la creatività umana per trarre, perfino dalla crisi, un’occasione di discernimento e di un nuovo modello economico.”
Gli operatori di pace si impegneranno nel collaborare con famiglie, comunità religiose e istituzioni culturali, scolastiche e universitarie per educare alla pace.
Gli operatori di pace si impegneranno per “promuovere una pedagogia della pace … Bisogna ... insegnare agli uomini ad amarsi e a educarsi alla pace, e a vivere con benevolenza, più che con semplice tolleranza. Incoraggiamento fondamentale è quello di ‘dire no alla vendetta, di riconoscere i propri torti, di accettare le scuse senza cercarle, e infine di perdonare’ in modo che gli sbagli e le offese possano essere riconosciuti in verità per avanzare insieme verso la riconciliazione. Ciò richiede il diffondersi di una pedagogia del perdono. Il male, infatti, si vince con il bene, e la giustizia va ricercata imitando Dio Padre che ama tutti i suoi figli.”
Collaboriamo con Gesù, il Principe della Pace, e portiamo a questo nostro mondo post-moderno la gioia di vivere come fratelli e figli di Dio.
P. Elia del M.C. – C.R.G.