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Feel, do not think!

Segui il tuo istinto, non pensare!

 

 

 

Suggestioni "educative" mediali: Cervello Video

Suggestioni "educative" mediali: Guerre stellari

Benedetto XVI durante l’udienza concessa ai membri del Pontificio Consiglio delle Cominicazioni  Sociali, il 28 febbraio scorso, dopo aver invitato a studiare i linguaggi della nuova cultura digitale “per aiutare la missione evangelizzatrice della Chiesa a trasfondere in queste nuove modalità espressive  contenuti della fede cristiana,..”  ha fatto notare come i nuovi linguaggi  “determinano, tra l’altro, una capacità più intuitiva ed emotiva che analitica…” il pericolo che ne deriva è “la fuga nell’emotività…”.

Quest’affermazione del Santo Padre  mi ha fatto ricordare quello che lessi nel libro di Derrik De Kerkoove, professore all’università di Toronto ed attuale direttore del McLuhan Insitute -  “Brainframes, mente,tecnologia,mercato. Baskerville, Bologna, Italia 1993, pag 53). riguardo alla televisione che ”parla, in primo luogo al corpo,  e non alla mente…”.

 

Cervello video

Il Prof. De Kerkove al secondo capitolo del suo libro, intitolato “cervello video”,  ricorda di un esperimento al quale fu sottoposto dai fratelli Kline (Stephen Kline era direttore del Media Analysis, Lab della Somin Fraser Univesity di Vancouver). Egli fu collegato con dei fili a un computer capace di leggere le sue  reazioni fisiologiche dopodichè gli fu mostrato un video fatto di miscugli di immagini di vario tipo ( sesso, pubblicità, notiziari, talk show ecc. tipo blob per intenderci). Le varie sequenze duravano 15 secondi ognuna. Gli era stato detto di usare una sorta di cloche e di spingerla avanti o indiero per esprimere se quello che vedeva era di suo gradimento o meno. Alla fine dell’esperimento il Prof De Kerkove manifestò la sua frustrazione ai Ricercatori per non essere stato in grado di esprimere, per la maggior parte delle sequenze,  le sue opinioni perché, disse,  non   aveva semplicemente avuto il temo per riflettere… I Ricercatori, sorridendo,  gli fecero vedere i risultati delle sue reazioni fisiologiche registrate dal computer. Il professore, con grande sua meraviglia,  si rese conto che il suo corpo aveva invece reagito prontamente ad ogni sequenza… Da questo egli trasse queste due conclusioni: “La prima è che la televisione parla, in primo luogo al corpo,  e non alla mente… La seconda conclusione era che, se lo schermo video ha un impatto così diretto sul mio sistema nervoso e sulle mie emozioni, e un effetto così ridotto sulla mia mente, allora la maggior parte dell’elaborazione di informazione è in effetti opera dello schermo…” (pag. 53).

Per cui egli puo affermare: “che la semplice spegazione che la TV parla al corpo piuttosto che alla mente la dice molto più lunga sulla capacità della televisione di annullare le nostre facoltà critiche” (pag.61)

 

La TV parla al corpo e non alla mente

Pensiamo a come sono strutturati i servizi dei nostri TG. Alla velocità con cui si passa dalla cronaca di una tragedia al gossip del giorno. Lo stesso martellare all’infinito su alcuni fatti criminosi non avrà come obiettivo farci fare delle scelte sull’onda delle emozioni? Oppure pensiamo a come sono costruiti gli spot pubblicitari o il videoclip della popstar del momento…

La domanda d’obbligo a questo punto è: Il voler parlare al corpo piuttosto che alla mente, questo tentativo di annullare le capacità critiche della mente umana,  è un fatto puramente casuale, o è perseguito volutamente?  E nel caso fosse un obiettivo programmato: a chi potrebbe interessare il nostro non-pensare? In altre parle è possibile che a qualcuno interessi in modo particolare “educarci” a non pensare?

Quando nel documento dei Vescovi Italiani riguardante il programma pastorale della Chiesa Italiana per i prossimi 10 anni: Educare alla vita buona del Vangelo, al numero 51 si riconosce che le Agenzie educative tradizionali, Famiglia, Scuola, Chiesa, sono state in parte soppiantate dal flusso mediatico…” si vuole tra l’altro,  lanciare un allarme anche rispetto a questo pericolo?

Per rispondere alla prima domanda mi sono anche chiesto se,  oltre alla capacità strutturale del linguaggio televisivo di non far pensare,  non ci fossero anche dei messaggi espliciti in questo senso: la risposta è stata positiva. Vorrei, in questo contesto, limitarmi a un solo esempio.

 Un giorno, era il 1994 ed ero in missione nelle Filippine, senza volerlo mi capitò di vedere qualche scena di un film di una famosa Saga Cinematografica di grande successo. Il film era “La Minaccia fantasma” e la saga era “Guerre Stellari”,  sei film prodotti a cavallo tra gli anni ’70 e ’80, considerata il capolavoro del grande regista Americano George Lucas.

Più generazioni, mi informarono, erano cresciute, con questo mito. Non ho la pretesa di essere un critico cinematografico sono un semplice sacerdote e il mio obiettivo è tentare di focalizzare il messaggio educativo che è potuto passare attraverso di esso.

 

Segui il tuo istinto, non pensare!

Tutti conoscono il conflitto che si dipana,  in questa saga,  tra i Custodi della pace e della giustizia: I cavalieri Jedi, una sorte di monaci allenati nelle arti marziali armati di una spada laser,  e i misteriosi Signori Sith che stanno per così dire dalla parte del male e perseguono sogni di potenza e onore a scapito dei deboli e indifesi. Entrambi si servono, per raggiungere i loro obiettivi,  di una misteriosa “forza” che pervade l’universo. Una forza che permette loro di fare delle cose straordinarie. I buoni, i Cavalieri Jedi,  si servono del lato luminoso della forza, mentre  i cattivi, I Signori Sith, del lato oscuro della forza. Infatti questa realtà impersonale che pervade l’universo ha un lato “buono”, “luminoso” e un lato “cattivo”, “oscuro”.

Questa saga fa un uso massiccio di simboli e categorie religiose che non è qui il caso di passare in rassegna perché ci porterebbe troppo lontano. Quello che vorrei far notare adesso è quanto questa concezione della “forza” sia lontana, anni luce,  dalla visione cristiana di un Dio Personale in cui non c’è tenebra.

L’aspetto, invece,  sul quale vorrei attirare la vostra attenzione è questo: chi ha visto la saga non ha nessun dubbio su chi siano i buoni e chi siano i cattivi,  ma si rimane davvero perplessi nel momento in cui focalizziamo la nostra attenzione sul messaggio “educativo” che il maestro Jedi, Qui-Gon Jinn,  reppresentante dei buoni,  dà al giovane skywalker nel film “la Minaccia fantasma”. Il “buon maestro” Jedi è convinto che il bambino skywalker sia il prescelto per portare equilibrio nella “forza” tra il suo lato luminso e quello oscuro. Il bambino è schiavo sul pianeta Totooin ed è in procinto di affrontare una pericolosa gara di sgusci. Prima della gara il maestro Jedi gli dà questo consiglio: “Concentrati sul presente, ( Concetrate on the moment) senti, non pensare (Feel, do not think), segui il tuo istinto (use your instincts) ... e la Forza sia con te (and the Force be with you)!

Se questo messaggio, ripetuto dal flusso mediatico attraverso films, fictions, pubblicità, pseudo consigli di pseudo-esperti, fosse davvero stato propinato per anni, quale società starebbe nascendo? Quale futuro si delineerebbe se le nuove generazioni continuassero ad essere “educate” secondo questi principi?

Ma la seconda domanda urge: Chi ci guadagna in tutto questo “sentire” e non-pensare? A questa domanda  cercheremo di dare una risposta in un prossimo articolo.

P. Elia del M.C.

 

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