Carpe diem o … Cogli l’oggi della salvezza?
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Durante l’Angelus di Domenica 27 Gennaio, il Santo Padre, Benedetto XVI, commentando le parole che Gesù pronuncia nella Sinagoga di Nazareth dopo aver letto il passo di Isaia 4,14-21: “Oggi nelle vostre orecchie si è adempiuta questa Scrittura” , ha affermato:
“Ogni giorno (kathēmeran) può diventare l’oggi salvifico, perché la salvezza è storia che continua per la Chiesa e per ciascun discepolo di Cristo. Questo è il senso cristiano del «carpe diem»: cogli l’oggi in cui Dio ti chiama per donarti la salvezza!”
"Ruba un giorno, confidando il meno possibile nel domani." (Orazio Flacco)
Il Santo Padre con il richiamo al “carpe diem” fa riferimento al grande poeta e filosofo dell’antichità Orazio Flacco nato a Venosa il 65 a. C e morto a Roma l’8 a. C. Nelle sue Odi, così si esprime:
“ Mentre stiamo parlando il tempo invidioso sarà già fuggito. Ruba un giorno, confidando il meno possibile nel domani. “ ( “Dum loquimur fugerit invida. Aetas: carpe diem, quam minimum credula postero.” - Orazio, Odi, I, 11, 7-8)
Questo grande scrittore pagano dell’antichità, discepolo della dottrina di Epicuro, cercava di rispondere alle domande fondamentali dell’uomo tra le quali, il perché della precarietà, della sofferenza, del dolore, della morte. Non riuscì a trovare nessuna risposta. L’unica via d’uscita dall’angoscia esistenziale, dovuta all’enigma della condizione umana, la vedeva nell’overdose di emozioni, nella full immersion nei piaceri della vita, nello stordimento dei sensi. Un ripiegamento totale su se stesso e sul momento presente. Un presente vissuto senza nessun collegamento con il passato e, soprattutto, senza nessuna speranza per il domani. Una non-soluzione, dunque, che non gli tolse mai il “mal di vivere."
Cogli l'Oggi della Salvezza!
Di tutt’altro esito è il “carpe diem” inteso in senso cristiano. Il Cristiano sa che solo Cristo, vero Dio e vero Uomo, decifra l’enigma dell’esistenza umana. Per il cristiano il “carpe diem” (cogli l’attimo fuggente) è una full immersion nell’amore purissimo del Padre che in Cristo lo chiama a una festa senza fine, a un’esistenza liberata, finalmente, dai vincoli del tempo e dello spazio.
Vogliamo meditare per un’ attimo su un particolare episodio narrato nel Vangelo di Marco (Mc. 10,46-51), da cui si evince chiaramente, credo, il senso cristiano del “carpe diem”. E’ l’incontro del figlio cieco di Timèo, Bartimèo con Gesù. Un incontro che ha sconvolto completamente la sua esistenza. Bartimèo ha davvero saputo cogliere l’occasione della sua vita e ha accolto la salvezza.
San Marco racconta di un cieco che si trovava a mendicare lungo la strada che da Gerico portava a Gerusalemme proprio nel momento in cui si trovava a passare Gesù seguito dai discepoli e da una folla festante. Saputo da qualcuno della folla del passaggio del grande taumaturgo della Galilea e intuita la grande occasione che gli si presentava, senza alcun ritegno o rispetto umano cominciò a gridare con tutta la voce: “Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!” Senza lasciarsi intimidire dai rimproveri della folla seguitava a gridare ancora più forte: “Gesù, Figlio di Davide, abbi pietà di me!”
Gesù lo fece chiamare e gli disse: “Cosa vuoi che io faccia per te?” “Rabbuni, - gli rispose il cieco – che io veda di nuovo!” Lo voglio - rispose Gesù – vedi di nuovo”. Bartimèo subito ci vide di nuovo e pieno di gioia cominciò a seguire Gesù lungo la strada.
La luce che Gesù aveva donato a quel povero cieco non era soltanto la luce degli occhi, ma soprattutto la Luce del cuore, la certezza incrollabile di essere amato teneramente da Dio. Bartimèo aveva sperimentato la bellezza e la purezza inaudita dell’Amore di Dio!
Questa, è la stessa esperienza che hanno fatto gli Apostoli, Zaccheo, il cieco nato, Lazzaro, la peccatrice e milioni di persone fino ai nostri giorni, perché, come dice il Santo Padre, : “Ogni giorno (kathēmeran) può diventare l’oggi salvifico, perché la salvezza è storia che continua per la Chiesa e per ciascun discepolo di Cristo. Questo è il senso cristiano del «carpe diem»: cogli l’oggi in cui Dio ti chiama per donarti la salvezza!” ( Benedetto XVI, Angelus di Domenica 27 Gennaio)
Il divino mendicante d’amore
Madre Liliana del Paradiso, parlando di questo “oggi” della salvezza in Cristo, in un suo scritto, esclama:
“Sei sempre Tu il Dio che viene tra i suoi, tra noi, o mio divino Cercatore, Tu l’iniziativa d’amore, Tu il mendicante d’amore sulle strade dell’uomo, per coinvolgerlo nella tua esperienza di vita e sollecitarlo all’incontro con la tua Persona, Tu la pienezza dell’umana solitudine. Il mondo non è venuto all’esistenza chiamato dalla tua Parola? L’uomo non è stato chiamato alla vita dal tuo amore? … In ogni tempo, in ogni luogo, questo è il tuo stile, la tua dinamica, o Redentore dell’uomo, passi semplicemente, discretamente, accanto a noi, quasi per caso, ed entri nel nostro vivere quotidiano solo se sei invitato ….Tu passi, e la tua Presenza diviene Parola, Tu guardi, e i tuoi occhi conquistano, Tu parli, e i cuori si trasformano...” Amen
(Madre Liliana del Paradiso, “La mia vita con Te, o mio Cristo-Dio, nella consumazione della fedeltà e dell’amore”, pagg 1- 2)
Cari Amici è tutto per adesso Ciao e Dio vi benedica sempre!
P. Elia del M.C. – C.R.G.