Gesù autore e perfezionatore della fede (Eb 12,2)
La “Genesi” della fede
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Il Figlio di Dio viene nel mondo con una missione ben precisa: suscitare la fede degli uomini nell’Amore purissimo e tenerissimo che Suo Padre prova per ogni essere umano e del Suo desiderio di donare loro una vita che non muore!
Gesù Cristo lo afferma chiaramente fin dall’inizio: “Il tempo è compiuto e il Regno di Dio è vicino. Convertitevi e credete al Vangelo!” (Mc 1, 14-15)
La “Metodologia Evangelizzatrice” di Gesù
Quale metodologia usa il Figlio di Dio per portare avanti questa missione e suscitare la fede? Dobbiamo riconoscere che quando consideriamo la “pedagogia” usata dal divino Evangelizzatore ci rendiamo conto dalla straordinaria, profonda conoscenza che Egli ha dell’essere umano. Gesù è un “esperto” di umanità non solo perché in quanto “Parola Creatrice” del Padre è l’artefice di tutta quanta la creazione e quindi anche dell’uomo. Ma facendosi Uomo in tutto simile a noi, eccetto il peccato, lo conosce, per così dire, anche “dal punto di vista” dell’uomo. La “full immersione” del Verbo di Dio nell’umano gli permette di esperire quello che come Dio non avrebbe mai potuto sperimentare: una reale, concreta vita umana. Gesù, quindi, non solo in quanto Dio, ma anche in quanto Uomo sa “cosa c’è nel cuore dell’uomo!” (Gv. 2,23-25)
In che cosa consiste, dunque, questa metodologia “umano-divina”? Innanzitutto Gesù sapeva molto bene che i sensi, le sensazioni e le emozioni “giocano” un ruolo determinante nell’orientare l’intelligenza e la volontà (cfr. Benedetto XVI, Gesù di Nazareth, vol. I, pag.118).
Il coinvolgimento dei sensi, delle emozioni, dei sentimenti.
Ecco allora che Gesù fin dall’inizio della sua missione realizza dei “segni sorprendenti” che permettono alle folle quasi di, per così dire, “toccare con mano” Dio. Segni cioè della vicinanza e dell’Amore del Padre che possono essere visti, sentiti, toccati dagli uomini. In questo senso Gesù opera non solo segni prodigiosi, quali far vedere i ciechi, far camminare gli zoppi, far sentire i sordi, risuscitare i morti, che lasciano le folle sbalordite e senza parole, ma pone in essere segni, per tanti versi davvero rivoluzionari per il contesto di quei tempi, che manifestano la sua straordinaria libertà nei confronti di schemi e stereotipi profondamente radicati nella mente dei suoi contemporanei.
- La rivoluzione che innesca, per esempio, quando rimette Dio e la sua gloria al primo posto, smascherando le tradizioni degli uomini …. (Mt cap. 23)
- L’impatto enorme che l’agire del Profeta di Galilea ha sulla società quando loda e ammira la fede dei cosiddetti “pagani”… (Mt 8, 5-13; Mt 15,21-28)
- Lo scandalo che crea quando va a mangiare a casa dei pubblici peccatori o quando si fa lavare e asciugare i piedi da una prostituta … (Mc 2, 15-17; Lc 7, 36-49)
- La preoccupazione che suscita nei potenti del tempo quando afferma con le parole e con le opere che la legge deve essere al servizio dell’uomo e non viceversa … (Mc 2, 23-28)
Ma il Segno più grande è proprio Gesù! Il Figlio di Dio fatto Uomo è, secondo la bellissima affermazione di Benedetto XVI, “il più grande miracolo dell’universo”, (Benedetto XVI, Angelus, 8 Luglio 2012) specialmente nella Sua donazione totale sul legno della Croce e nella gloriosa Resurrezione dai morti. Eventi, questi, anticipati e perpetuati sacramentalmente nella Santissima Eucarestia! Eventi che saranno capaci di “Spezzare” le pietre dei cuori umani e “trafiggerli” nel profondo per l’azione del Suo Santo Spirito.
Il “Momento Razionale”
Che la metodologia di Gesù dovesse andare al di là dei sentimenti e delle emozioni era chiaro. Il Rabbi della Galilea, infatti, partendo dai segni percepiti dai sensi invitava continuamente tutti, ma specialmente i suoi discepoli, ad andare oltre: “avete occhi e non vedete? Avete orecchie e non udite … non capite ancora? (Mc, 8,14-21)
I Vangeli testimoniano chiaramente che l’azione e le parole di Gesù non si fermano nella superficialità delle emozioni. Infatti i discepoli ben presto cominciano a interrogarsi sulla Persona di Gesù e sul significato delle sue azioni e delle sue parole. La loro intelligenza comincia a concentrarsi sul Profeta di Nazareth nello sforzo di carpirne il mistero nascosto …
Gesù stesso li incoraggiava continuamente a “riflettere” : “Avete capito quello che vi ho fatto?” . (Gv 13,12)
E’ vero, quindi, quello che dice il catechismo della Chiesa Cattolica quando afferma che la fede, in quanto atto pienamente umano, richiede, presuppone l’impegno da parte dell’uomo di tutte le sue energie fisiche, psichiche e spirituali … Ma è altrettanto vero che tutti gli sforzi dell’uomo da soli non bastano per arrivare al “Cuore del Mistero”… Per “immergersi” nell’Invisibile che è all’origine del visibile! (CCC 154)
La “Luce” della Fede
C’è bisogno di un intervento diretto di Dio che, per mezzo dello Spirito Santo, “crea”, come dice il Santo Padre, Benedetto XVI, le condizioni nell’uomo perché egli possa “riconoscere”, “percepire” nel “SEGNO” la presenza di Dio e del Suo purissimo Amore che salva per così abbandonarvisi completamente! Ecco la fede! (Cfr Benedetto XV, catechesi di mercoledì 17 Ottobre 2012)
Pietro sperimenterà un “assaggio” di questo dono straordinario a Cesarea di Filippo quando davanti a Gesù, “SEGNO-SACRAMENTO” del Padre professa, “per primo” e la per la “prima volta, un atto di fede: “Tu sei il Cristo il figlio del Dio vivente!” (Mt 16, 13-16). Beato te Simone , figlio di Giona, gli risponderà Gesù, perché né a carne ne il sangue te l’hanno rivelato ma il Padre mio che sta nei cieli. ((Mt 16, 17). E’ però solamente a Pentecoste che la Discesa dello Spirito Santo, in forma permanente, sugli Apostoli e Maria riuniti in preghiera, sancirà la nascita della Chiesa, Comunità di fede, raccolta intorno alla mensa della Parola e del’Eucarestia. (At cap.2)
Quale straordinario dono di Dio è la fede! Non solo non toglie nulla all’uomo, nella grandezza della sua realtà corporea e spirituale, ma lo potenzia!
La Chiesa “Segno” di Cristo nel Tempo e nello Spazio
A questo punto ci chiediamo: e le parole di Gesù a Tommaso: “Tommaso tu hai visto e hai creduto, beati quelli che pur non avendo visto crederanno” (Gv 20 29) sconfessano, per caso, questa divina metodologia del “Vedere-Sentire-Toccare per Credere” usata da Gesù per suscitare la fede? Assolutamente no!
Tommaso fa lo stesso errore che farà in seguito Paolo e tanti altri nel corso dei secoli fino ai giorni nostri: Non credere alla testimonianza della “Chiesa”, Corpo di Cristo e Grande Sacramento, in Cristo, dell’intima unione degli uomini con Dio e dell’unità di tutto il genere umano. Infatti Cristo vivente e operante nella Sua Chiesa per mezzo dello Spirito Santo continua la sua opera evangelizzatrice nel tempo e nello spazio. (cfr. Concilio Vaticano II, L.G. n°1).
Possa Dio illuminare davvero gli “occhi del nostro cuore” perché come Tommaso e Paolo, certamente non nello stesso modo e nella stessa intensità, possiamo credere all’Amore di Dio, aderire nella fede a Cristo e alla sua Santa Chiesa e realizzare con l’aiuto dello Spirito Santo, il progetto straordinario che Dio ha su ciascuno di noi.
Madre Liliana nella stella della Purezza innalza alla Bianca Regina dei Gigli questa implorazione per la Chiesa:
“T’imploro, o Aurora adorna di liliale bellezza, per la Chiesa, candida Sposa di Cristo: che tutti i suoi membri, uniti come rami d’ulivo attorno alla Mensa dell’amore e della verità, lavorino alacremente per il Regno dei cieli, dissodando terreni incolti e arricchendoli di biondeggiante messe. Conservala santa, pura, così come è sgorgata la prima volta dal tuo Cuore verginale, ammantala della Tua luce nivale, perché come luminoso candelabro risplenda sulle tenebre del mondo.
E sul Bianco Custode, il successore di Pietro, effondi, o Bianca Regina de Gigli, la piena del Tuo amore e delle Tue grazie … Amalo come il figlio a Te più caro, inondalo della Tua luce pura, racchiudilo nel Tuo Cuore di Madre e Regina, sorreggilo nella guida della Mistica Nave, perché con intrepida fede, con smisurato amore per le anime, rinnovi il mondo nel fascino della Tua immagine, e attraverso Te, lo conduca a Gesù, Salvatore e Redentore.” (Madre Liliana del Paradiso, il grido del terzo millennio, Purezza, Purezza, pag. 233)
P. Elia del M. C.