Stella della Umiltà
Spunti di riflessione dal libro di Madre Liliana del Paradiso, "Il grido del terzo millennio, Purezza Purezza".
Nel Mese di Novembre il Popolo della Regina dei Gigli medita sulla virtù dell’ Umiltà. Come sempre Madre Liliana si guarda intorno e si rende conto del
contrasto che esiste tra l’incredibile progresso ottenuto dall’uomo
grazie alla sua intelligenza, che è un dono di Dio, e la sua incapacità di metterlo al servizio di tutta l’umanità.
Infatti
“ in tanto progresso, popoli interi sono tormentati dalla fame, dall’indigenza, dall’ignoranza; oggi,come non mai, si grida, si innegia alla libertà, e vediamo, invece, con raccapriccio e desolazione, violenza, efferatezza, persecuzione,
dilagare senza freni e legge”
La ragione di tutto questo secondo Madre Liliana, è la superbia! Così scrive:
"L’uomo è ammalato di superbia, è gonfio di orgoglio, si ritiene autosufficiente, non bisognoso di Dio, di cui può fare, erroneamente, a meno.”
La Madre riconosce che
“La sapienza, la scienza umana, è vero, fa grandi gli uomini, li rende famosi, celebri nella storia del mondo, ma se non è unita a quella divina costruisce sulla sabbia e invano”
Da qui l’importanza dell’umiltà :
"Il mondo la ignora, stima bassezza, vergogna, follia, questa virtù; la ritiene quasi una menomazione dello spirito, delle facoltà intellettive, una deformazione della personalità umana, un ostacolo alla libertà, esaltando l’orgoglio
come vera grandezza e dimenticando che tutto riceve da Dio e tutto è dono Suo. Il fuoco devastatore delle passioni, le tenebre caliginose di tante anime, il vortice delle invidie, delle gelosie e contese, non sono frutto della
superbia? Non trovano, forse, terreno fecondo nei cuori che disprezzano l’umiltà? Ma è proprio l’umiltà che rende libero l’uomo, è l’umiltà che valorizza nel giusto senso l’io, lo perfeziona, lo innalza alle altezze spirituali perché lo
mette nella giusta luce di dipendenza al suo Creatore. L’uomo è diventato più crudele, più selvaggio, più ambizioso, perché ha disertato la Casa del Padre, perché si è allontanato dal calore della Mamma, da Colei che, per prima,
ha portato nel mondo la rivoluzione: Cristo! "
Per questa ragione, continua Madre Liliana
"Abbiamo bisogno di contemplare, di ammirare, ma soprattutto di imitare l’umiltà della nostra tenera Mamma Celeste, virtù che in Lei rifulse in tutto o splendore della sua bellezza e della sua potenza … Amante del disprezzo
degli uomini, nel nascondimento e nell’oblio, Maria, la creatura più perfetta, si stimava un nulla, cercando sempre e solo la gloria di Dio. Il proposito della Sua consacrazione, della Sua verginità aveva le sue radici proprio nella
consapevolezza della Sua miseria, nell’immenso abisso della Sua umiltà.
Il Suo sguardo semplice e cristallino, come chiara sorgente, non ottenebrato dalla nebbia di interessi personali, egoistici, s’apriva più puro alla luce, alla comprensione delle cose celesti; il Suo Cuore, oceano di carità, di silenzio,
sgombro, svincolato da ciò che è del mondo, è stato reso ricettacolo di tutti i doni di Dio, anzi lo scrigno d’oro della Persona del Verbo. "
Madre Liliana c’invita, dunque, a lasciarci istruire dalla Mamma Celeste, por questo così continua:
"O Regina ammantata di luce e di grazia, con dolcezza e bontà ci insegni che sulla ruvida roccia dell’umiltà e dell’annientamento si costruisce la fortezza … di ogni anima,.. solo attraverso il sentiero dell’umiltà siamo condotti
l’amore di Cristo, a quell’amore puro, genuino, generoso che culmina nell’eroismo e nell’immolazione. Umiltà e amore non vivono separati, l’una richiama l’altro e si perfezionano a vicenda. L’umiltà trova Dio nella profondità del
suo nulla; l’amore, librandosi verso di Lui. L’umiltà da’ le ali all’amore, l’amore rende umile chi ama”
In questo mese di Novembre vogliamo meditare, ma soprattutto cercare di praticare un po’ di più questa meravigliosa virtù, perché, come ci dice Madre Liliana,
“è l’umiltà che fa gustare le dolcezze della pace interiore; è l’umiltà la grande scienza della dimenticanza di sé; è l’umiltà che svuota l’anima disponendola alla visione del soprannaturale”.
P. Elia del M. C. – C. R. G.