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caro padre bruno
che grande argomento hai tratto...difficile...ostico...si rischia,credo,che
si possa incappare o nel festival del buonismo.. o in quello del cinismo...io
non mi sento di parlare di storie di altre persone che dicono di aver perdonato
i loro carnefici...se davvero e dico davvero ci sono riusciti è cosa grande...e
mi fa piacere per loro. ma in alcuni momenti sono scettica...ma sono io così..
non giudico rimango solo perplessa...io vivo questo argomento andandoci con i
piedi di piombo...non so come affrontarlo...è difficile...negli ultimi anni sto
facendo un lavoro con me per perdonare in primis me stessa...io sono stat la
vittima e il mio carnefice.. mi sono fatta male...mi sono trattata male...mi
sono ammalata...ho abbandonato tutto da Dio alla mia famiglia,ho fatto uso di
anfetamine per un periodo,per non pensare,con la scusa di voler dimagrire, ho
fatto mille cose creando dolore a chi mi amava e in primis a me stessa.. un
giorno poi ho incontrato un angelo,un ragazzo che ora è gesuita,che parlando del
+ e del meno mi disse semplicemente che lui"nei momenti di difficoltà si era
sempre aggrappato a Dio"hai presente uno schiaffo fortissimo in pieno volto?ecco
questo è stato...mi sono svegliata di botto!io avevo sempre fatto il contrario...ero
arrabbiata col mondo,con la mia famiglia,con Dio,con te don bruno,mi sentivo
sola e mi facevo del male,dopo quello "schiaffo"c'è stato un cambiamento...per
perdonare tutto e tutti dovevo perdonare me stessa,e solo così avrei rielaborato
il dolore,la morte,la solitudine.. dopo un anno ho fatto la cresima e il mio
percorso prosegue anche oggi dal giugno 2000.. proseguo il confronto con me
stessa la vittima e la carnefice è stato un confronto duro. questa è la mia
testimonianza,non so quanto possa essere utile non è scritta in nessun
giornale,non è grave forse come casi + eclatanti,ma è la mia,è vera,è sofferta e
lunga,so che cadrò,ma so che ora mi posso rialzare e perdonare...io ho un
carattere che tende a non dimenticare né chi mi fa del bene né chi mi fa del
male e per me questo cammino è veramente difficile, ma ci sto riuscendo..
passetto dopo passetto arriverò alla mia meta.
magari questo che ti ho scritto non è interessante,scusa eventualmente se non
è quello che avevi chiesto.
Padre Bruno, grazie per gli aggiornamenti che mi manda, riguardante le
carceri e tutti i suoi connotati: diritti, giustizia, pena, riconciliazione,
reinserimento...
Per completare la panoramica assurda del delitto, posso collaborare con questo
caso che mi é successo alla vigilia della mia partenza per l' Italia,
probabilmente definitivamente. A metá maggio nella missione di Remolino, fondata
da me 20 anni fa, il CTI fa una operazione lampo da Bogotá per catturare una
trentina di supposti narcoterroristi, indicati da informanti costituiti da ex
guerriglieri o criminali comuni. Tra gli informanti che accompagnavano la
spedizione militare vi erano vari di questi soggetti. ma quello che piú mi
impressiona che mi lascia senza risposta é stato che due collaboratori avevano
una storia particolare: uno era la vittima e l' altro il vittimario. La vittima
un supposto collaboratore dell' esercito con professione panettiere del paese e
l' altro un guerrigliero incaricato di ammazzarlo. Il panettiere lo salviamo da
morte sicura dopo essere stato ferito grave, nella canonica per tre giorni e tre
notti, consegnandolo dopo all' esercito che lo porta in cittá. Visitandolo un
giorno in una base militare della capitale Bogotá il suddetto Panettiere mi fa
conoscere il guerrigliero che gli ha sparato. I due, per strade diverse sono
diventati informanti dell' esercito per catturare collaboratori della
guerriglia. Prima nemici e poi contrattati insieme in una spedizione contro i
civili suoi paesani fino a poco tempo fa. Il peggio è che tra i sospetti vi è
pure il P. Jacinto, prima accusato di aver mal amministrato risorse statali
nella realizzazione del progetto Acquedotto. Piú specificamente di aver
finanziato la guerriglia con 150 milioni. L' altra accusa che faccio parte della
Ont guerriglia, che significa organizzazione narco terrorista Farc.Nella udienza
con il fiscale incaricato del caso mi informano che la accusa fatta da un ex
guerrigliero ben conosciuto da me, che io avrei custodito armi della
guerriglia. L' espediente di accusa credo che rimanga li senza andare avanti, e
questo da una idea di come uno stato di diritto, pur di ottenere dei risultati a
favore della sicurezza democratica, non guardano se i metodi sono legali o
credibili. Questo é la collaborazione dall' altro lato del mondo. Che ne pensi?
Ciao e arrivederci in Italia dopo il 10 di luglio.
Padre
Bruno,
ho
letto con molto interesse, partecipazione le parole dei protagonisti della
giornata di ascolto delle vittime di reati gravi: dimenticare la ferita subita
impossibile, imparare a non odiare difficile, anche se così si chiude la porta
alla vita...Ma conoscendo le persone che hanno preso la parola in quella
giornata per aver letto le loro parole o ascoltato la loro voce so che sono
capaci d'insegnare a noi tutti molto.
La
ringrazio per avermi messo a parte di questo documento.
Sono al
terzo anno d'insegnamento come volontaria nella casa circondariale di Como e
posso dirle di aver imparato molto da questa mia esperienza.
Le
allego una mia lettura di un libro scritto da un condannato all'ergastolo
conosciuto in carcere e una sua poesia a me indirizzata.
Buona
giornata
Giovanna Corchia
Caro
don Bruno ti ringrazio per la tua newletter ,perchè mi ha stimolato a riflettere
e a condividere sentimenti che purtroppo in situazioni sia a livello personale e
familiare sia livello sociale siamo tentati a provare e produrre. Smettere di
odiare,ricominciare ad amare;percorso
difficile e responsabile di volontà e di scelta,ma necessario e inevitabile per
vivere e non morire dentro. Ti abbraccio
Carmine Federico
Molto intensa, vera, toccante. Grazie
Paola Mancinelli
Dei molti spunti offerti dalla newsletter , mi fermo
brevemente e parzialmente-su uno solo.
Odio.
Solo se hai ricevuto veramente del male sai che cosa vuol dire.
Non è solo avvertire l'altro come malevolo, ma è desiderare ,aspettare soffrendo
che anche lui, -l'altro-soffra quanto e più di te. Non è solo un sentimento, ma
è una attesa spasmodica,dolorosa, una rabbia, un impulso...che ti toglie la
vita.
"nutrirsi di odio per anni significa rinunciare a vivere".
Trabocca e contagia e porta a creare e " coltivare un clima di angoscia e
insicurezza che peggiora enormemente la qualità della vita di tutti".
Se non ne hai fatto l'esperienza, non lo sai. Non puoi parlarne in terza
persona: solo in prima.
Per grazia e non certo per merito, sono cristiana e conosco la parola
Perdono.
Non sempre è possibile cercare l'altro. "parlarsi".
Sento però di aver vinto quando “recupero” l’altro: dentro di me; quando mi
aiuto a vincere la sua “parte cattiva”, e lo salvo, silenziosamente ma
realmente, nella "mia" esperienza personale di lui.
Così,anche se vittime di reati e agenti di reati non possono incontrarsi e
parlare tra di loro, posso contrastare questa ondata di odio che sembra
avviluppare oggi l’Italia. E il mondo.
Grazie.
Silvia.
Caro Padre Bruno,
e' con piacere che voglio commentare con te, quanto letto
sulla " Giornata nazionale di studi, Casa di Reclusione di
Padova,"
Tutto molto bello ed interessantissimo !
Sono certo che mi perdonerai anticipatamente per il mio
dire... ed e' quinidi che senza false ipocrisie, e con
piglio fermo e deciso ... dico :
Come si puo' affermare <<... sto imparando a non odiare >>
senza aver prima conosciuto la misericordia di Dio ?
Come si puo' affermare << ..Sento però di aver vinto quando
recupero l'altro..>>, << ...aiutare l'altro a vincere la
sua parte cattiva ..>> ( vedova D'Antona ) senza professare
la propria fede ?
Come si puo' condividere lo " stigma " della sig.a D'Antona
quando afferma che ....<< Se è l'uomo a restare vedovo,
l'uomo è vedovo per un po', ma se è la donna a restare
vedova allora la vedova è vedova per sempre!>> ...cosa
vuole dire ?? ....
Mi e' invece piaciuto molto quanto detto da Manlio
Milani .... << la forza per ricominciare a lottare con le
persone che condividevano con me gli stessi ideali: la
violenza non risolve niente. L'odio di classe è una
menzogna ! >> ...l 'unico appunto sta nel fatto che
.... e' vera forza, e sara' vera forza, se e solo se ...la
capacita' di ricominciare a lottare, piu' che condividerla
con gli uomini ...piu' che ricercala negli uomini ...vada
ricercata in Colui che e' Via,Verita' e Vita !
Concludo con una mia
piccolissima,modestissima,considerazione ...:
Come sarebbe piu' bello se invece di fare parlare i
politici, gli intellettuali ,la loro "fredda" razionalita'
e la loro falsa fortezza ....facessimo parlare solo GESU' !
Come fare ?...cosa fare ?,
mio caro Padre Bruno , com'e' difficile ! che compito
difficilissimo ed arduo il tuo !!!...
Ti faccio i miei piu' sentiti auguri di tutto cuore
affinche' tu possa essere,per chi soffre .. "la Lanterna "
unico vero mezzo per portare un segno di Vera Luce e Vera
Speranza.
Antonio Villani
Gentile P.Bruno,
ho avuto per diversi giorni problemi con internet, così solo adesso riesco ad
inviarle le mie opinioni in merito alla "Giornata di ascolto delle Vittime di
reati gravi".
La parola violenza non mi appartiene, la violenza porta altra violenza e poi
all'odio. L'odio fa male a chi lo porta e lacera l'animo. Se qualche volta l'ho
provato ho cercato di disfarmene e sono stata subito meglio. Dal non odiare al
perdono completo la strada è lunga e non si può chiedere subito ad una vittima
di violenza il perdono, poi non tutti siamo uguali. Abolire l'odio ed esaltare
il perdono non significa però far finta che niente è successo. Non fare agli
altri quello che non vuoi venga fatto a te. Quindi chi sbaglia deve pagare (non
lo possiamo tenere libero, sarebbe un pericolo ed anche un cattivo esempio per
la società). Poi può cominciare un percorso vero di riabilitazione e
condivisione. Però non dimentichiamoci delle vittime e delle loro famiglie,
anche per loro molta solidarietà ed amore; spesso hanno perso qualcuno o
qualcosa di molto "prezioso" che niente e nessuno riporterà indietro.
La saluto,
Concita
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