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5a Conferenza Nazionale sul Volontariato

Napoli 13-15 Aprile 2007

 

 

L’antitodo contro l’individualismo  

Venerdì 13 aprile 2007. Ero seduto nell’immenso Auditorium del Centro Congressi al Molo Angioino, Stazione Marittima di Napoli.

Erano le 14,00 circa e una Signora al mio fianco mi rivolse la parola: L’auditorium è quasi vuoto… chissà come mai. Non crede che la 5° Conferenza Nazionale del Volontariato sia stata poco pubblicizzata? Mi guardai intorno ed effettivamente l’immenso Auditorium era semideserto, ma come si suole dire queste furono le “ultime parole famose”.  In men che non si dica l’Auditorium si riempì fino all’inverosimile. Durante il suo intervento, il Ministro per la solidarietà sociale Paolo Ferrero fu interrotto da alcuni Volontari che insieme a decine di altri erano costretti ad assistere in piedi. Fu detto loro di accomodarsi nelle stanze adiacenti, anch’esse molto grandi, dove erano stati sistemati degli schermi giganti. La risposta, però, arrivò subito: Sono piene anche quelle. Il Ministro si dovette scusare con i volontari, promettendo di fare meglio la prossima volta. Ma fu questa partecipazione straordinaria di volontari da tutt’Italia che gli ha fatto dire della Conferenza: E’ stato un successone! 

 

Tre “cardini” che formano l’Identikit del volontariato. 

I tre cardini sui quali si basa l’identità del volontariato, sono: Gratuità, solidarietà e sussidiarietà. Per questo del volontariato si è potuto dire che: 

-          “È la soluzione alla crisi sociale di cui soffre oggi l’Italia” (Ministro Ferrero per la Solidarietà Sociale);

-          “È la spina dorsale che rende la società più coesa” ( Governatore Regione Campania, Bassolino).

-          “È il calore delle relazioni solidaristiche che contrasta il freddo delle relazioni di mercato è per questa ragione è come l’antitodo ad una società fondata solo sul mercato” ( Premier Romano Prodi).

-          “È il rigeneratore del tessuto sociale” (Michele Mangano futuro Presidente dell’Auser).

-          È un patrimonio da tenere in movimento” (Don Panizza responsabile della Comunità Progetto Sud). 

 

Tre chiavi di lettura per il rinnovamento del volontariato.

( Emanuele Tavolini, Docente dell’Università di Ancona). 

Le tre chiavi di lettura su cui impostare il cambiamento del volontariato nel rapporto con le Istituzioni sono: Essere, fare e partecipare.

Essere, vale a dire come poter pensare di rafforzare l’identità delle organizzazioni, a partire dal rapporto con il pubblico”. Due, le tematiche da affrontare: quella di una formazione più mirata e il discorso della flessibilità e degli orari (inteso come rivendicazioni di azioni che possano facilitare l’attività dei volontari).

Segue il “fare”. “Siamo nel campo delle attività delle organizzazioni. Lo strumento della convenzione (con la pubblica amministrazione, è adeguato? Come sta funzionando? Può essere rivisto? Si può evitare il ricorso a rimborsi spese che nascondono invece retribuzioni? Quali strumenti di controllo abbiamo per fare in modo che a livello locale si evidenzino storture di questo tipo? Insomma, la riforma della legge 266 deve tenere conto di tutto questo, sapendo già che prese di posizioni di questo tipo, che noi esigiamo dal legislatore, porterà a scontri inevitabili con le Regioni”.

“partecipare”. Qui il discorso s’incentra principalmente sulla rappresentanza del volontariato, soprattutto nei Piani di zona.

Tre le proposte. Si parte dal “fallimento della capacità del volontariato di partecipare ai Piani di zona. Gli enti o non vogliono coinvolgere il volontariato oppure fanno consultazioni inutili. Le cose sono due: o il pubblico non è interessato, oppure il fallimento è nella frammentazione del volontariato stesso. E’ uno dei problemi con gli interlocutori: al tavolo la cooperazione si presenta con un rappresentante, stessa cosa per le associazioni di promozione sociale. Il volontariato invece si presenta con venti voci diverse. Dobbiamo porci il problema, allora, di quali strumenti darci per una forma di rappresentanza più proficua. Passare magari a meccanismi di autorappresentanza, anche perché continuare con il modello attuale significherebbe perdere tempo e non contare nulla”.  

 

Le 4 sfide del Volontariato

(Stefano Zamagni, Economista e neo Presidente dell’Agenzia per le Onlus). 

-          La prima sfida: “Comprendere che il volontariato è uno solo, ma i volontariati sono tanti.

-          La seconda sfida è trovare una “nuova metrica per misurare ciò che il volontariato produce e per darne conto alla società”

-          La terza sfida è che “anche il modello organizzativo del volontariato non può essere mutuato da altri modelli, come quello delle imprese. L’assetto organizzativo non è neutrale rispetto ai fini. L’organizzazione for profit è diversa da quella non profit”

-          La quarta sfida riguarda “l’Internazionalizzione”  

 

La riforma della legge 266

(Emanuele Rossi, docente di Diritto Costituzionale alla Scuola superiore Sant’Anna di Pisa). 

Il volontariato è una ricchezza che nessuna legge è in grado di definire: non per questo non è necessaria una riforma normativa che tenga conto dell’evoluzione, non solo giuridica, di questo mondo. “Il problema di fondo della legislazione sul volontariato è dato dal suo procedere, in questi anni, a pezzi, con vari interventi legislativi che mancano di un vero e proprio disegno di organicità: dalla legge del ’91, a quella sulla cooperazione, al decreto sulle onlus fino alla riforma del Titolo V”. 

“La legge 266 deve essere aggiornata, “bisogna chiarire se deve essere una legge delle organizzazioni di volontariato solo, quando hanno rapporti con gli enti pubblici o delle organizzazioni di volontariato in genere.”.

 

Perchè a Napoli? 

Abbiamo fortemente voluto che questa 5a Conferenza Nazionale del Volontariato si svolgesse a Napoli – ha detto il Ministro Ferrero – perché vogliamo che sia chiaro per tutti che i problemi di sicurezza di cui soffre la città di Napoli, come anche tutte le città metropolitane d’Italia, non si risolvono innanzi tutto e soprattutto con la repressione ma con la Solidarietà!

 

Don Bruno Oliviero

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