La posta in gioco? Il futuro del mondo
(S.S. Benedetto XVI)
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Un senso di insicurezza
Il Santo Padre, Benedetto XVI, preoccupato per l’attuale drammatica situazione in Italia sia a livello economico sia politico, durante l'udienza con il Questore di Roma e circa 1200 poliziotti con rispettive famiglie che si è tenuta il 21 Gennaio scorso presso l’aula delle benedizioni in Vaticano, ha denunciato il "senso di insicurezza" dovuto in primo luogo alla "precarietà sociale ed economica", che però è "acuita anche da un certo indebolimento della percezione dei principi etici su cui si fonda il diritto e degli atteggiamenti morali personali, che a quegli ordinamenti sempre danno forza". "La società e le istituzioni pubbliche ritrovino la loro 'anima', le loro radici spirituali e morali, ha detto il Santo Padre, per dare nuova consistenza ai valori etici e giuridici di riferimento e quindi all'azione pratica"
La tentazione di non farcela
"Il nostro mondo, ha detto il Santo Padre, con tutte le sue nuove speranze e possibilità è attraversato, al tempo stesso, dall'impressione che il consenso morale venga meno e che, di conseguenza, le strutture alla base della convivenza non riescano più a funzionare in modo pieno. Si affaccia pertanto in molti la tentazione di pensare che le forze mobilitate per la difesa della società civile siano alla fine destinate all'insuccesso. Di fronte a questa tentazione, noi, in modo particolare, che siamo cristiani, abbiamo la responsabilità di ritrovare una nuova risolutezza nel professare la fede e nel compiere il bene, per continuare con coraggio ad essere vicini agli uomini nelle loro gioie e sofferenze, nelle ore felici come in quelle buie dell'esistenza terrena".
E’ in gioco il futuro del mondo
Nel discorso natalizio, lo scorso dicembre 2010, alla Curia romana, davanti a
cardinali e monsignori, Il Santo Padre aveva, con tono serio, affermato:
“«è in gioco il futuro del mondo»,” e pregò con quella antica preghiera di
Avvento, «Ridesta, Signore, la tua potenza e vieni» che fu probabilmente
formulata, osservò, «nel periodo del tramonto dell'Impero Romano». Allora
come oggi si «disfaceva» quel «consenso morale» senza il quale
«le strutture giuridiche e politiche non funzionano».
San Leone Magno, il grande Papa che affrontò la dissoluzione dell’Impero Romano, di fronte allo sgomento per il crollo della civiltà e della cultura romana sotto l’urto dei popoli Barbari, non si perse d’animo. Alla domanda: cosa facciamo, Santità?, rispondeva: è semplice andiamo ad evangelizzare i Barbari. Evangelizzare significa prendere tutto il buono che c’è in una cultura, purificarla di tutto ciò che non è buono, iniettando in essa la linfa vitale del Vangelo perché porti frutto e arrivi alla perfezione. E’ questo l’esempio straordinario che ci sta dando il Santo Padre Benedetto XVI. Quello che lui dice del compito dei cristiani in questo mondo post-moderno: “abbiamo la responsabilità di ritrovare una nuova risolutezza nel professare la fede e nel compiere il bene, per continuare con coraggio ad essere vicini agli uomini nelle loro gioie e sofferenze, nelle ore felici come in quelle buie dell'esistenza terrena", è esattamente quello che sta facendo Egli stesso da quando è salito al soglio pontificio. Grande Papa, grande Pontificato, grande incoraggiamento a tutta la cristianità a non fermarsi, ma a continuare l’ opera evangelizzatrice di Cristo: “Andate in tutto il mondo, annunciate il Vangelo ad ogni creatura!”
La Nuova Evangelizzazione nel pensiero di Madre Liliana
“O divina Messaggera porta al mondo annebbiato dall’incredulità e da turpi passioni il messaggio della purezza” (M.L.)
Madre Liliana del Paradiso, Fondatrice della Compagnia della Regina dei Gigli, in piena sintonia con il Magistero Pontificio, vede in Maria, la Leader voluta da Dio per guidare l’umanità in questo inizio del terzo millennio. La Chiesa ha bisogno, secondo la sua visione, di evangelizzatori innamorati della Madre di Dio, che imitando le sue virtù, in modo particolare la sua purezza, possano aiutare l’uomo post-moderno che vive come paralizzato nella palude del relativismo e del neo-paganesimo, ed accompagnarlo all’incontro con Gesù Salvatore del mondo. Madre Liliana ha scritto, proprio per questo obiettivo, il libro: “Il grido del terzo millennio:purezza, purezza”. In esso ella descrive dodici delle virtù della Mamma Celeste estremamente necessarie per poter affrontare la sfida della nuova evangelizzazione. E’ questo l’impegno prioritario della Compagnia della Regina dei Gigli: preparare, sotto la guida della Mamma Celeste, un esercito di nuovi evangelizzatori. Così prega Madre Liliana: “ Chiama a Te, (o Regina dei Gigli), una schiera di giovani arditi che sulle tue candide orme dirigano i loro passi verso i lidi sconfinati dell’amore di Dio, si nutrano di liliali candori, aspirino ad alte vette siano conquisi da un solo ideale: Marianizzare le anime per riCristianizzare il mondo, per portarlo a Cristo Re d’amore” (M.L.).
La Regina dei Gigli: risposta di Dio alle sfide del mondo post-moderno
Approfondiamo meglio il suo pensiero, focalizzando la nostra attenzione su un passo tratto della stella della Pace alle pagine 127-128 che, ci sembra, sintetizzi bene il ruolo che Dio ha affidato a Maria in questo mondo contemporaneo.
“Contro lo scatenamento dell’odio e della vendetta, esalta, o Regina potente, l’amore, la fratellanza, l’unità cristiana; sullo spirito di violenza che rende sempre più difficile e insicura la nostra vita, innalza il vessillo della giustizia; allo spirito di menzogna, rispondi con l’amore alla verità; alla cupidigia dei beni terreni opponi il desiderio della vita futura; alla passione che grida libertà di amore, di sensi, creando squilibri paurosi e rattristando le pure gioie dei focolari domestici, addita l’unità sacra della famiglia; sulla corruzione che spadroneggia nel mondo, fai trionfare la bianca ègida della tua purezza.”
Secondo Madre Liliana, “ Perché l’umanità sia cristiana deve essere primariamente mariana, perché ritorni a Cristo Gesù deve passare necessariamente attraverso le Mani e il Cuore della sua Mamma purissima.”
Per questo i Suoi evangelizzatori, forgiati da questa Madre dolcissima e tenerissima (come soleva chiamarla Madre Liliana) per questa ardua missione, devono rivivere in se stessi, con l’aiuto dello Spirito Santo, gli stessi “atteggiamenti” (= virtù) che furono in Lei e che portarono all’Incarnazione del Verbo di Dio secondo il decreto eterno del Padre.
Identikit dell’evangelizzatore liliale
“Fate tutto senza mormorazioni e senza critiche, perché siate irreprensibili e semplici, figli di Dio immacolati in mezzo a una generazione perversa e degenere, nella quale dovete splendere come astri nel mondo,…” (Fil. 2, 14-15)
Seguendo, quindi, le suggestioni che Madre Liliana ci dà presentandoci le dodici virtù della Regina dei Gigli tentiamo, qui di seguito, un breve identikit (chiaramente non esaustivo e per forza di cose incompleto e aperto a futuri sviluppi …) dell’evangelizzatore liliale.
In questo mondo post-moderno e, per tanti versi, neo-pagano, tentato continuamente di ricorrere alla menzogna e alle illusioni per poter sopravvivere al vuoto dei valori e che, sempre più spesso, fa della “strategia del fango” un’arma di distruzione di massa … l’evangelizzatore liliale, si arrende dinanzi allo splendore della Verità e, vivendo nell’umiltà, accoglie incondizionatamente la Verità fatta carne: Gesù Cristo!
In questo inizio del terzo millennio in cui “L’uomo prigioniero del tempo, non sa leggere, non sa scoprire, nel monotono scorrere dei giorni, le tracce della presenza di Dio che viene, che parla, che vive con lui sempre … (M. L.), l’evangelizzatore liliale, facendo sua l’invocazione degli Apostoli: Signore aumenta la mia fede, vive come se … “vedesse l’invisibile”.
In questo mondo, tanto spesso, assediato dal rumore, l’evangelizzatore liliale sa che solo nel silenzio può ritrovare, ed aiutare a ritrovare, quello che di più prezioso gli uomini hanno smarrito: l’anima.
In quest’era della Comunicazione, dove, paradossalmente, per l’overdose di informazioni è diventato così difficile per le persone entrare in comunione, l’evangelizzatore liliale “sempre connesso”, per mezzo della preghiera, con Gesù Cristo (non con la rete) gode della comunione con Dio, con i fratelli e con il creato.
In questa “Civiltà dell’Immagine” in cui la persona è, spesso, ridotta a un … avatar e dove “l’uomo non è amato e l’amore è svuotato della sua pienezza …”(M. L.), l’evangelizzatore liliale, immerso in Dio, fa l’esperienza sconvolgente del Suo Amore e sperimenta, nello stesso tempo, una straordinaria libertà (non libertinismo).
In questo mondo lacerato da innumerevoli conflitti dove tanto spesso “… la dignità dell’uomo è calpestata, sottoposta ad ogni forma di violenza …” (M. L.), l’evangelizzatore liliale, sperimenta “una pace e serenità inalterabile” (M. L.) e diventa agente di riconciliazione.
In questo mondo, tanto spesso, “preda” del consumismo “dove il materialismo apre le sue frontiere di corruzione e di morte” (M. L.), l’evangelizzatore liliale, non lasciandosi imprigionare delle cose, vive nella semplicità e nella povertà. Egli si affida con fiducia alla bontà di Dio Padre e condivide con i più poveri il pane spirituale e quello materiale.
In questo mondo, tanto spesso, depresso “dove l’emarginazione, la solitudine, il fallimento spegne la speranza e crea il vuoto nelle coscienze …” (M. L.), l’evangelizzatore liliale porta sempre e dovunque la gioia e la speranza che vengono da Dio, perché “ la gioia è Dio e Dio dimora nei puri di cuore” (M. L.) ed esplode nel cantico di lode: “l’anima mia magnifica il Signore”.
In questo mondo che ha lasciato Dio fuori dal suo orizzonte l’evangelizzatore liliale, conquistato da Cristo, come san Paolo, esclama: “Per me vivere è Cristo e morire un guadagno” per questo vive nell’obbedienza al suo Signore e grida il suo gioioso “Sì” alla Volontà di Dio.
In questo mondo, tanto spesso, ingiusto l’evangelizzatore liliale, “senza guardare in faccia a nessuno”, difende con Fortezza e con le “armi” del bene i diritti di Dio e quelli degli uomini.
In questo mondo, tanto spesso, egoista in cui molti vivono “prigionieri del proprio io”, l’evangelizzatore liliale, “abbagliato” dalla Purezza di Dio, “esce fuori di sé” ed è pronto ad accogliere, a proteggere, ad amare e a rispettare, ogni fratello e sorella che incontra nella sua vita quotidiana … “fino alla fine”… Immolazione.
P. Elia del M.C.