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Gesú di frontealle problematiche della Giustizia e della Criminalità. 3
Tenendo in conto quanto detto nei precedenti articoli ( vedi: http://www.solidarity-mission.it/nl_febbraio_2007.htm#newsletter e http://www.solidarity-mission.it/nl_marzo_2007.htm#newsletter), proseguiamo in questa "riflessione pastorale" e cerchiamo di focalizzare la nostra attenzione sul comportamento del Figlio di Dio verso l’umanità “fuorilegge”, disobbediente, peccatrice. Ci serviremo, in questa riflessione, della metafora "dell’Agnello" che si situa nel "cuore" della rivelazione Ebreo-cristiana.
Vi mando come Agnelli… È vero che Gesú invia i suoi discepoli “come agnelli in mezzo ai lupi" (Mt 10,16), ma qui urge una seria riflessione su cosa intende Gesú per “agnelli”, come anche su che cosa intende per “lupi”. La riflessione popolare ha coniato un detto che recita così: “chi agnello si fa, lupo lo mangia” con il chiaro intento di dissuadere chiunque dall’assumere un atteggiamento remissivo pena il rischio di essere “schiacciato” dalla prepotenza dei violenti. La domanda allora è d’obbligo: per caso Gesú sta consigliando ai suoi discepoli e con loro a tutti noi cristiani di essere dei deboli? Ci sta forse invitando ad arrenderci di fronte ai soprusi dei prepotenti? A subire in silenzio le ingiustizie? Forse che la debolezza, è un “atteggiamento” essenziale dell’essere cristiano?
Niente di più falso! Per capire come sia totalmente fuori strada colui che pensasse al cristianesimo come a una sorta di “lascia-correre-che-tutto-passa” o a un “Non-ti-immischiare-chi-te-lo-fa-fare” o a un “Meglio-cento-giorni-da-pecora-che-uno-da-leone” life-style, analizziamo un po’ più da vicino quell’Agnello Speciale che è il Figlio di Dio, Gesú Cristo! Che Lui sia L’Agnello per eccellenza e il Modello sublime di tutti coloro che lo seguono, lo previde già secoli prima il Profeta Isaia : “Era come un agnello condotto al macello…" (Is 53,7) Giovanni il Battista - L’ultimo dei profeti - lo conferma quando, indicandolo ai suoi discepoli più fedeli – che poi saranno i primi discepoli di Gesú –, lo apostrofa così: “Ecco l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo”. (Gv 1,29)
Un Agnello straordinariamente "forte" Se diamo un’occhiata più da vicino resteremo molto sorpresi da quello che questo “Agnello” è capace di fare: - Fin dalla nascita L’A. di Dio ci sorprende rivelando una dignità e grandezza, inconsuete per un Agnello: Tutto il cosmo si mobilita in occasione della sua venuta; gli Angeli di Dio annunziano la sua nascita e vegliano su di Lui (saranno per sempre al suo servizio); Davanti a Lui si “inginocchiano” i sapienti venuti dall’Oriente. (Lc 2,1 ss; Mt 2,1 ss) - Fin dall’inizio della sua missione una strabiliante, originale, soprannaturale forza, inconsueta per un Agnello, si manifesta in Lui: i ciechi vedono, gli zoppi camminano, i morti risuscitano. (Mt 11,1-6) - Resiste a tutte le pressioni, comprese quelle dei propri parenti, dimostrando una incredibile libertà, inconsueta per un Agnello, di pensiero e di azione. (Mc 3, 21 ss) - Esercita un tale fascino, anche questo inconsueto per un Agnello, sulla folla che lo segue dimenticando tutto e tutti.(Gv 12,19) - Non bisogna dimenticare nemmeno che nelle situazioni più pericolose si rivela un coraggio, per non dire un vero e proprio potere, inconsueto per un Agnello (Lc 4, 28-30; Lc 13, 31-33; Gv 10, 39; Gv 18,1ss) - Non indietreggia di un passo quando si tratta di difendere la causa del Padre suo davanti a coloro che detenevano il Potere a Gerusalemme manifestando un fortissimo atteggiamento di indignazione, ( L’ Agnello si arrabbiava anche quando era il momento) anche questo ancora una volta inconsueto per un Agnello. (Mt 21, 12-17) Qualcuno ci potrebbe far notare che nonostante tutti gli atteggiamenti sopra descritti che fanno di questo Agnello di Dio un Campione di Umanità, alla fine gli succederà quello che succede a tutti gli agnelli, cioè: viene mangiato dai lupi! Quest’ultima constatazione ripropone in modo più stringente la domanda: Perché? Perché questo Campione d’umanità dotato di una forza e di un potere soprannaturale si lascia “mangiare” dai lupi?
…In mezzo ai Lupi È venuto il momento adesso di dare un’occhiata più da vicino a questi “lupi”. Gesú non è un ingenuo, conosce la “pericolosità” dei lupi. La “Sua Passione”, il “Battesimo" che doveva ricevere e che gli procurava angoscia finché non si fosse realizzato, non dava adito a fraintendimenti sulla reale portata della violenza che si può scatenare nel cuore dei lupi e sulle devastazioni che può procurare nella comunità. Per questo così insegna agli Apostoli, nel discorso cosiddetto apostolico: “siate semplici come colombi e prudenti some serpenti...guardatevi dagli uomini, vi condurranno nelle loro sinagoghe e chiunque vi ucciderà crederà di dare gloria a Dio...Se vi perseguiteranno in una città fuggite in un’altra”. (Mt 10,16-24) (Mi si permetta una rifessione a questo punto in quanto Cappellano di Carcere: Indubbiamente in questo mondo non si potrà mai fare a meno del Carcere, ma dovrà essere davvero la estrema ratio, cioè essere usato per fermare coloro che rappresentano davvero un pericolo per se o per gli altri, senza rinunciare peraltro alla "scommessa" della riabilitazione) Eppure nonostante la conoscenza superiore e il potere che Lui stesso possedeva, senza menzionare la possibilità di chiamare “legioni di Angeli” in suo soccorso per sfuggire alla violenza dei cosiddetti lupi, Gesú, l’Agnello di Dio, si lascia “mangiare” da essi. Perché? La risposta è a dir poco sconvolgente: L’Agnello ama il lupo e lo vuole salvare ad ogni costo! Parafrasando (con tutto il rispetto per la Parola di Dio) S. Giovanni Evangelista al capitolo 3 del suo Vangelo potremmo far dire a Gesù: “Dio ha tanto amato i lupi da dare il Suo Agnello Unigenito perché chiunque mangi di Lui non muoia, ma abbia la vita eterna!) (Gv c.3)
Un lupo straordinariamente "fragile" Chi è il lupo secondo Gesú? La risposta è: per Gesú il lupo è un malato! Quando i farisei meravigliati si chiedevano e gli chiedevano come mai andasse a cena a casa dei peccatori, frequentasse ladri e delinquenti, si lasciasse “toccare” e addirittura “lavare i piedi” dalle prostitute, Gesú rispondeva: “Sono i malati che hanno bisogno del medico” .
Il lupo è un malato La superiore conoscenza del Figlio di Dio arriva a penetrare nel più profondo dell’essere dell’uomo e ne scopre la “malattia” che è alla radice di ogni male che si manifesta in lui: il Peccato! Lo stato di peccato (la malattia) nel quale vive l’uomo è la mancanza colpevole della “percezione della presenza amorevole di Dio nel suo cuore che gli sussurra: tu sei il mio figlio prediletto!” (Vedi la parabola del figliuol prodigo Lc 15, 11-32) (Ancora un riflessione in quanto Cappellano: la pena dovrebbe assomigliare sempre più a un cammino di conversione, di riabilitazione, di riconquista della dignità perduta, per colpa della commissione del reato, per rientrare a pieno titolo nella società civile) Questa mancanza provoca una terribile devastazione nell’animo umano, ed è causa diretta di un’insicurezza invincibile, una fragilità esistenziale e una mancanza completa di senso della vita. Niente e nessuno può riempire questo “vuoto” interiore che trasforma l’uomo in “lupo”.
Il lupo è un debole Si capisce allora come dietro l’apparente facciata di “ferocia” (pensiamo ai tanti efferati delitti della cronaca quotidiana) si nasconda la fragilità di un essere che non riesce a trovare una “roccia” dove poggiare saldamente la propria vita. Il panico, la paura produce violenza (diretta contro di sé o contro gli altri) L’equazione, se così si può dire, è: più fragili si è più violenti si diventa! In questo senso la violenza lungi dall’essere “segno” di forza è esattamente il contrario “segno” di debolezza e “inconscia invocazione” di aiuto!
Il lupo per salvarsi deve mangiare l'Agnello! Paradossalmente l’unica via di salvezza per il lupo è esattamente questa: “mangiare” l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo. Il Lupo deve “umiliarsi” e “inginocchiarsi” davanti all’Agnello e dire “O Signore non sono degno di avvicinarmi alla Tua mensa, ma dì soltanto una parola ed io sarò salvato”, pena il Fallimento Eterno! (Altro che carcere di Poggioreale!) Solo in Gesú Cristo, infatti, l’uomo può fare l’esperienza di Dio, solo ricevendo da Lui i doni della Fede, della Speranza, e della Carità l’uomo può sperare di vivere una vita nuova, libera dalla frustrazione del peccato. Solo ricevendo lo Spirito di Cristo che grida nel suo cuore “Abba Padre” il lupo può “rinascere”! Per quanto possa sembrare paradossale (Il Vangelo è pieno di paradossi), è proprio quando il lupo mangia l’agnello che si manifesta la Vittoria dell’Agnello, perchè non è il lupo che assimila l’agnello, ma è l’Agnello che assimila il lupo. Il lupo viene trasformato in agnello, il fallito si trasforma in campione, il figlio delle tenebre diventa Figlio della luce…(Come si può non esultare in Dio!)
La potenza dell’amore di Dio che si manifesta nell’Agnello Quanti lupi liberati dalla debolezza dopo aver mangiato l’Agnello di Dio! Quanti lupi liberati dalla fragilità dopo essersi incontrati con l’Agnello. La verità è che solo la Potenza dell’Amore di Dio che si rivela nell’Agnello “sgozzato per noi” riesce a colmare quel “vuoto interiore” causato dal peccato che devasta l’umanità. La Chiesa di Cristo è “l’ovile” dove crescono i campioni-agnelli, chiamati a seguire le “orme” del Pastore: a rinnegare progressivamente in se stessi la loro natura di lupi e nella misura in cui si trasformano in agnelli, dare la propria vita per la salvezza dell’umanità.
Don Bruno Oliviero
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