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L'al di là

Hereafter

 

Nel suo ultimo film “Hereafter”,  in proiezione in questi giorni nelle sale,  Clint Eastwood, 81 anni, decide di affrontare la domanda delle domande: Esiste qualcosa dopo la morte?

E’ una domanda ineludibile, come ineludibile è la morte! Prima o poi, ogni essere umano si deve confrontare con questa domanda. Nella presentazione, a Cannes, del suo film You’ll meet a tall dark  stranger, nel febbraio del 2010,  Woody Allen alla domanda dell’intervistatore su cosa pensasse della morte, rispose con una battuta che fece esplodere la platea in una risata: “Sono decisamente contro!”  Questa risposta riassume, in qualche modo, tutta l’avversione, la resistenza dell’essere umano nei confronti di una realtà che sembra vanificare il desiderio di vita insito nel cuore dell’uomo. Una domanda che la cultura post-moderna sembra voler “soffocare”, mettere “da parte”, ma che esplode sempre, prima o poi,  sulla scorta degli eventi umani. Interessante, a questo riguardo, notare la differenza tra la risposta che il regista New-Yorkese da’ a questa problematica nel suo film e quella di Clint Eastwood nel suo “Hereafter”. Queste risposte rivelano, in qualche modo, il distinto atteggiamento dei due Registi nei confronti della morte. In Woody c’è una chiusura completa: dopo la morte non c’è nulla, per cui anche la vita, sempre minacciata dalla morte, diventa un incubo dal quale ci si può sottrarre solo immergendosi nella menzogna e nell’illusione. In Clint Eastwood, invece,  notiamo una timida apertura al mistero. Il regista Californiano, pur rifiutando qualsiasi spiegazione religiosa, ritiene possibile il tentativo di illuminare questa realtà oscura attraverso l’ausilio del paranormale e delle cosiddette NDE (Near Death Experience = esperienze di pre-morte).

 

La Trama del Film 

La trama vede tre storie differenti: A San Francisco vive George (Matt Damon), un uomo che ha un potere paranormale: la capacità di comunicare con i morti. A Londra vive Marcus, un dodicenne con la madre tossica che perde in un incidente stradale l’unica persona con la quale riusciva a comunicare: il suo fratellino gemello. A Parigi lavora Marie (Cècile de France), giornalista televisiva,  giovane, bella e famosa, che vive un'esperienza di pre-morte durante il devastante tsunami in Indonesia. Difatti il film comincia proprio con la scena, prodotta al computer, di un devastante Tzunami che travolge ogni cosa con la sua scia di morte. Le tre vicende, nel finale, si intrecceranno. Il Regista Eastwood non ha l’intenzione di dare nessuna certezza riguardo all’esistenza di una vita dopo la morte. Lo spettatore, che non sia già credente, esce, dopo la visione del film, con gli stessi dubbi, incertezze che aveva quando è entrato.  Eppure …

 

N.D.E.

Per quanto riguarda le N.D.E., ricordo di aver letto, qualche tempo fa,  il racconto, per certi versi davvero sorprendente,  che  Pam Reynolds ha fatto della sua N.D.E. (Vedi http://www.near-death.com/experiences/evidence01.html  - Vedi anche   http://www.youtube.com/watch?v=WNbdUEqDB-k).  Racconti come questi fanno dire a molti scienziati che occorre abbandonare la concezione, ormai obsoleta,  di un eterno antagonismo tra scienza e Religione: è necessario invece che queste  si completino a vicenda. ( Vedi pr es. http://www.saskworld.com/bodymindspirit/edition8/13_article_whitfill.htm  ). In sintesi: la Signora  Reynolds subì un intervento molto delicato al cervello per la rimozione di un gigantesco aneurisma. Data la grandezza e il posto in cui era collocato l’aneurisma non fu possibile intervenire nel modo tradizionale. Si fece ricorso, quindi,  a un modo di intervento pioneristico. La Signora Pam fu letteralmente “messa a morte”, nel senso che le si procurò artificialmente una morte cardiaca e cerebrale. Eppure mentre la Signora Pam era in questo stato (Standstill), ebbe la più incredibile esperienza di pre-morte (NDE) conosciuta in ambito scientifico. La Signora fu capace di descrivere, con una precisione incredibile, quello che i medici le avevano fatto durante l’operazione …

Al di là della disputa, film come “You’ll meet a tall dark stranger”  di Woody Allen e , ancor di più, “hereafter” di Clint Eastwood ripropongono la “fame e sete” di vita eterna che né la morte,  né la cultura “anestetizzante” post-moderna riescono a “soffocare” nel cuore dell’uomo..

 

Vi annunciamo la “Vita Eterna” che era presso il Padre e che è apparsa a noi … 

La risposta cristiana al mistero della morte è qualcosa di affascinante! “Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il verbo della vita (poiché la vita si è fatta visibile, noi l’abbiamo veduta e di ciò rendiamo testimonianza e vi annunziamo la vita eterna, che era presso il Padre e si è resa visibile a noi),quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. La nostra comunione è col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia perfetta”. (1 Gv. 1-4) Il linguaggio usato dall’Apostolo ed Evangelista Giovanni ci fa intravvedere qualcosa di quell’esplosione di vita che è stata la Risurrezione di Gesù: “La Vita si è fatta visibile”! e loro, gli Apostoli, l’hanno veduta …

Bisogna anche tenere in considerazione che “aver visto” Cristo Risorto è una delle condizioni, la più importante,  per “essere Apostoli”. San Paolo così esclama: “ Non sono forse un Apostolo? Non ho veduto Gesù, Signore nostro? (1 Cor. 9,1)

 

Nel sepolcro vuoto il vero salto di qualità della storia!

L’incontro che gli Apostoli hanno avuto con il Risorto non è affatto l’incontro con uno spirito di un defunto: 

“Mentre essi, gli apostoli, parlavano di queste cose, Gesù in persona apparve in mezzo a loro e disse: «Pace a voi! ». Stupiti e spaventati credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani  e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho»…”

L’evento della Resurrezione è qualcosa di inaudito di inimmaginabile, che va al di là di una semplice sopravvivenza dell’anima dopo la morte. Secondo le bellissime parole del Santo Padre, Benedetto XVI, la resurrezione è:

 

“La più grande “mutazione”, il salto assolutamente più decisivo verso una dimensione totalmente nuova, che nella lunga storia della vita e dei suoi sviluppi mai si sia avuta: un salto in un ordine completamente nuovo che riguarda noi e concerne tutta la storia … Essa inaugurò una nuova dimensione dell’essere, della vita, nella quale, in modo trasformato, è stata integrata anche la materia e attraverso la quale emerge un mondo nuovo … E’ chiaro che questo avvenimento non è un qualche miracolo del passato il cui accadimento potrebbe essere per noi in fondo indifferente. E’ un salto di qualità nella storia dell’evoluzione e della vita in genere verso una nuova vita futura, verso un mondo nuovo che, partendo da Cristo, già penetra continuamente in questo nostro mondo, lo trasforma e lo attira a sé. Ma come avviene questo? Come può questo avvenimento arrivare effettivamente a me e attrarre la mia vita verso di sé e verso l’alto? La risposta, in un primo momento forse sorprendente ma del tutto reale, è: tale avvenimento viene a me mediante la fede e il battesimo … La semplice indistruttibilità dell’anima da sola non potrebbe dare un senso a una vita eterna. La vita ci viene dall’essere amati da Colui che è la vita, dal vivere e dall’amare con Lui. E’ la croce, portandoci oltre il nostro io, ad aprire la strada alla gioia” (Benedetto XVI, omelia della Veglia Pasquale, 16 Aprile 2006)

 

La vita eterna: L’immersione nell’amore purissimo di Dio!

Madre Liliana del Paradiso nella stella “Gioia e Speranza” così scrive: “Non è un salto nel nulla, nell’ignoto, nell’incerto, l’esistenza umana, ma una marcia di speranza, è la gioiosa attesa di una festa che non ha fine, è la comunione con Cristo, Via, Verità e Vita.”

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P. Elia del M.C.