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Il Card. Crescenzio Sepe visita il Carcere di Poggioreale Napoli, Domenica 30 Dicembre 2007
Accolto come un padre Un applauso interminabile ha accolto l’ingresso del Card. Crescenzio Sepe nella Cappella del Carcere di Poggioreale dove erano presenti circa 400 detenuti rappresentanti di tutte le differenti sezioni (= i Padiglioni) dell’Istituto, eccetto coloro che sono ristretti nei padiglioni di A.S. (Alta Sicurezza). Fin dall’inizio è stato chiaro il significato profondo di questa visita: Un padre che visita i suoi figli in difficoltà! Il saluto rivolto al Cardinale da un detenuto in nome di tutti gli ospiti della Casa Circondariale di Poggioreale l’ha, se ce ne fosse stato bisogno, ulteriormente confermato: “Eminenza Rev.ma, lei è per noi detenuti come un padre!”. Mi è ritornata alla mente, in quel momento, la parabola del Figliuol prodigo raccontata da Gesù. Quel Padre, nella parabola, aspetta il Figlio e scruta l’orizzonte ogni giorno, nell’attesa della sua venuta... In realtà Gesù ci fa capire, che Dio Padre non aspetta passivamente il ritorno del figlio, ma è presente nella sua vita per sostenere in lui ogni pensiero di bene, per illuminarlo sui pericoli che corre, quando si lascia trasportare dal male; per confortarlo nei momenti bui, per sanare in lui le ferite del peccato. Infatti, la conversione, il ritorno a casa del figlio, non è tanto un’opera dell’uomo che si decide a seguire la via del bene, anche se, chiaramente, la sua collaborazione è conditio-sine-qua-non, ma un miracolo dell’amore preventivo e della grazia di Dio. Così il Cardinale Sepe, “segno”, (e che segno!) del Padre della parabola, non si accontenta di aspettare che i suoi figli escano dal carcere, ma attraverso i cappellani, le suore e i volontari, sostiene i pensieri di bene dei suoi figli, li illumina riguardo ai pericoli che corrono se si lasciano trasportare dal male... Durante l’omelia, pronunciata nella celebrazione della Santa Messa, il Cardinale, lasciandosi ispirare dalla liturgia della Festa della Santa Famiglia di Nazareth, ha insistito perché i detenuti diventino sempre più consapevoli del loro essere parte della grande famiglia di Dio. “Qualsiasi cosa abbiate commesso, non avete perso la dignità di figli di Dio. Certo avete sbagliato, ma, chi nella sua vita non ha mai sbagliato? Certo avete commesso degli errori, ma, chi durante il corso della sua vita non ha commesso errori? Adesso per voi è il momento di riconoscere il male commesso e incamminarvi nella via della riconciliazione con Dio e con la società. E’ possibile cambiare! Non sentitevi soli!” Il Cardinale ha anche annunciato che stabilirà una giornata durante l’anno (ogni prima domenica di quaresima) in cui tutta la Chiesa di Napoli pregherà per i carcerati e, inoltre, ha anticipato la bella notizia della sua volontà di realizzare nell’Arcidiocesi più case di accoglienza per aiutare i detenuti usciti dal Carcere nel difficile sforzo di reinserimento nella società.
I diritti dei detenuti al “primo posto” Il Direttore del carcere, dott. Salvatore Acerra, visibilmente commosso – segno del profondo affetto che lo lega al Presule, ha ringraziato il Cardinale per la sua presenza nell’Istituto, “segno di grande speranza per tutti i suoi ospiti”. Ha ringraziato anche il Ministro della Giustizia, sen. Clemente Mastella, il Capo del Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria, dott. Ettore Ferrara, presenti alla celebrazione, per l’attenzione che stanno prestando al Carcere. Ha poi elencato le cose buone che si stanno realizzando nell’Istituto: dallo sforzo di tenere sotto controllo il numero degli ospiti - attualmente sono presenti circa 1800 detenuti –; alla migliore qualità del servizio sanitario grazie alla maggiore collaborazione con la USL di Napoli, rappresentata dal Direttore Generale, presente anch’egli alla Celebrazione; ha fatto presente inoltre come un’ala dell’istituto sia in via di ultimazione e sarà inaugurata a breve. Tutto questo, ha concluso, “è una prova del nostro impegno nel far sì che i diritti dei detenuti siano sempre più rispettati.”. Il Cardinale ha anche voluto visitare, prima di lasciare l’Istituto, il padiglione Venezia, dove sono ristretti alcuni fratelli che sono stati condannati all’ergastolo, ai quali ha voluto manifestare la sua vicinanza e la sua preghiera.
Don Bruno Oliviero |