Meno Carcere più Impegno
sociale
25° anniversario SEAC Triveneto
Padova dal 3 al 5 Luglio
E’ stato davvero un Convegno che ha segnato un passo avanti nel cammino del Volontariato Giustizia. Infatti, per la prima volta un Convegno del SEAC è stato organizzato dai cittadini detenuti. Ha visto la partecipazione di numerose personalità politiche, civili, del volontariato e della popolazione carceraria.
Il cittadino detenuto, Francesco Morelli, detenuto nel carcere “I due Palazzi” di Padova, capo redattore del periodico “Ristretti Orizzonti” ha esordito con una ricerca compiuta tra i detenuti delle Carceri del Veneto, portata avanti dagli stessi ristretti in cui tra le altre cose è stato chiesto cosa ne pensassero del rapporto con i volontari.
I colloqui con singoli volontari sono giudicati “molto utili” dal 55% del campione, “poco utili” dal 29% e per niente utili” dal 16%; i rapporti con le Associazioni sono giudicati “molto utili” dal 59% del campione, “poco utili” dal 24% e “per niente utili” dal 17%.
Le attese dei detenuti nei confronti del volontariato sono: il sostegno morale” (21%), il sostegno economico (19%); l’attività di sensibilizzazione all’esterno del carcere (14%); il sostegno alle famiglie (12%); l’accoglienza per i permessi (9%); l’accompagnamento durante i permessi (9%); l’organizzazione d’attività culturali in carcere (8%); l’organizzazione d’attività sportive in carcere (8%).
L'originalità del Convegno
Il nuovo "campo" d'impegno del Volontariato Giustizia
Rappresentativo di questo nuovo “essere volontario” nell’ambito della giustizia è l’associazione “Carcere e Territorio” operante nel Veneto che agisce al secondo livello e facendo in qualche modo da “collettore” di tutti i gruppi e le associazioni che agiscono invece al primo livello (dentro le carceri: supporto morale, sostegno economico, attività culturali, sportive etc.) e presentandosi come soggetto credibile davanti alle Istituzioni e agli Enti.
L’associazione opera su tre distinte aree: formazione, Supporto, Promozione.
- La formazione dei volontari sta diventando sempre più condizione senza la quale e non solo inutile l’impegno, ma addirittura controproducente. Non è più il tempo dell’improvvisazione!
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Il supporto a livello lavorativo si serve di protocolli stipulati
con le Istituzioni, gli enti pubblici e le cooperative che sono le uniche di
fatto ad accogliere e ad offrire lavoro a detenuti o ex detenuti. Inoltre la
creazione di sportelli d’integrazione al lavoro ai quali possono rivolgersi
gli imprenditori per la manodopera di cui hanno bisogno. Il problema
dell’alloggio è stato risolto brillantemente con l’aiuto offerto dalla
Regione Lombardia. Sono stati affittati appartamenti e dati in uso a detenuti,
fino a quando gli stessi non siano autosufficienti. E’ previsto anche un
contributo economico, visto però come un prestito più che come donazione per
favorire la “responsabilità”. Anche l’attività culturale e tenuta in
grande considerazione. Concerti di musica classica sono stati tenuti nelle varie
carceri.
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La Promozione, nell’opinione pubblica, della “nuova idea” di
giustizia che, come abbiamo detto prima, preferisce la ricomposizione delle
relazioni sociali più che sull’esclusione dalle stesse.
Il "ruolo" del Cappellano: Sperare contro ogni speranza!
Il ruolo del Cappellano è stato bene evidenziato da Don Virgilio Balducchi, Cappellano del Carcere di Bergamo e coordinatore del S.E.A.C. del Veneto, quando ha raccontato questo episodio.
Don Bruno Oliviero