Ricominciare
da (Ground) Zero!
(New York
7 - 17 Novembre)
Sono riuscito a salire sul terrazzo di un grattacielo contiguo a quello che una volta era il “World Trade Center” e che adesso viene chiamato “Ground Zero”. L’impressione è stata di una desolazione
totale. Dall’alto del grattacielo si poteva vedere
molto dello spazio ormai ripulito dalle macerie ancora fumanti. Da lassù si
riusciva anche a scorgere quello che poteva apparire come un monumento di arte
moderna astratta ma che in realtà erano i monconi di una delle
torri gemelle che, elevandosi per una decina di metri dal suolo formano
una curiosa figura geometrica. Sono
ancora lì come una sorta di “Memoriale”.
Riabilitate non incarcerate! Per
42 anni Padre Peter Young ha
lavorato per riabilitare carcerati con problemi di droga e alcool,
costruendo una serie di attività che richiedono 15 milioni di dollari
all’anno. Il
suo motto da sempre è : Riabilitate, non incarcerate! Egli è convinto che le prigioni non
funzionano, il trattamento e la riabilitazione invece funzionano. Il
suo network include: Centro di ascolto, centri di prima accoglienza,
consulenze nei tribunali, negozi gestiti da ex detenuti e perfino un
albergo dove sono degli ex detenuti che lo gestiscono dal manager fino
all’ultimo impiegato. Questa
è la base del suo lavoro e si espande! Oggi sono circa 2000 le persone
aiutate del suo netwok che si chiama: “Peter Young’s Housing,
Industries & Treatment, Inc.”, stabilito a Albany la capitale dello
stato di New York. Sono stato ospite nel suo albergo e il lunedi 11 novembre mi ha accompagnato a vedere molte delle sue opere. E’ rimasto sorpreso quando ha saputo che nel carcere di Poggioreale i detenuti sono costretti a stare chiusi dentro le celle 22 ore su 24 e quando ha saputo che in celle costruite per ospitare 4 o 5 persone ospitavano invece dai 15 ai 20 detenuti. Ha promesso nel caso dovesse visitare L’Italia che non mancherà di visitarci a Napoli. Noi dal canto nostro non gli faremo mancare la nostra preghiera perché Dio benedica sempre lui e la sua opera.
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Ricominciare
da Zero!
Di fronte all’efferatezza del crimine compiuto dai terroristi
l’11 settembre 2001 contro le torri gemelle di New York e che ha causato la
morte di circa 6000 persone innocenti, l’umanità deve porsi la domanda:
Dove stiamo andando?
L’umanità dell’inizio del terzo millennio deve rivedere i “fondamenti”
sui quali sta “costruendo” il suo futuro, deve riconoscere quanto c’è
di sbagliato e deve avere il coraggio di ricominciare da Zero!
Jeremy
Rifkin, autore del libro “L’era
dell’accesso”
(Mondadori 2000) e presidente
della “Foundation on Economic Trends” con sede a Washington D. C.,
in un articolo pubblicato
sul settimanale “Panorama” del 27 settembre 2001 coraggiosamente
e controcorrente afferma che aumentare
il tasso di sicurezza e sorveglianza nel paese, eliminare i santuari del
terrorismo è importante,
ma non è una risposta
sufficiente.
Dobbiamo piuttosto
chiederci “perché i terroristi
hanno scelto di colpire proprio le torri del World Trade Center?”e
aggiunge“ Sebbene la maggior parte degli americani sia convinta che il
commercio internazionale è il mezzo migliore per risollevare le sorti dei
popoli di tutto il mondo, non pochi hanno sperimentato il lato oscuro della Globalizzazione…”
Qual
è il lato oscuro della Globalizzazione?
La soluzione vera del terrorismo non sta nella guerra sta altrove.
Continua Rifkin
Intere
fasce di umanità sono consapevoli che la loro storia, unica e irripetibile, e i
valori della loro comunità sono schiacciati dalle società multinazionali. Si
rendono conto che questo mondo sempre più fatto di produzione culturale,
marchi, logo e stili di vita aziendali sta perdendo senso e coerenza. Temono, a
giusto titolo, che venga loro imposto un modus vivendi e una sorte di
omogeneizzazione globale di azione e pensiero. Hanno paura che, in questo nuovo
mondo, l’essenza stessa della loro identità si possa irrimediabilmente
perdere in nome del business e degli utili aziendali.
La
risposta al terrorismo? La Solidarietà!
“Chi
di spada ferisce di spada perisce” Queste parole di Gesù non possono non sbalordire per la loro
attualità. La violenza non può essere la risposta a nessun problema. Il
Mahatma Gandhi usava dire: “Occhio per
occhio e tutto il mondo diventa cieco!” .
Per questo continua ancora Rifkin:
“Questa
è la triste realtà del mondo in cui viviamo oggi e sebbene in questi giorni
noi americani non siamo certo dell’umore giusto per parlare di queste realtà,
è chiaro che, se non lo facciamo, gli estremismi continueranno a proliferare. L’emarginazione
e l’estrema povertà portano alla disperazione ed è questo in ultima
analisi il terreno più fertile per lo sviluppo dei movimenti estremisti, siano
essi di natura religiosa, etnica o politica.”
Refkin conclude
auspicando unione e determinazione delle
nazioni non solo sul fronte militare ma anche “ nel mantenere lo spirito democratico dell’apertura e della tolleranza
e far fronte alle ingiustizie sociali che
consentono la fioritura dell’estremismo e del terrorismo. Questa seconda
alternativa è l’unico modo di cui disponiamo per essere davvero sicuri di
sconfiggere definitivamente il terrorismo a lungo termine.”
United
we stand
A New York sono rimasto colpito da una scritta che ricorreva spesso
e che potevi leggere dovunque sulle riviste, sui muri, sulle automobili...United
we stand! ( Uniti vinceremo!)
Effettivamente la solidarietà espressa dall’umanità intera ma
soprattutto dagli americani nei confronti di coloro che sono stati colpiti
direttamente o indirettamente dell’attacco terroristico dell’11 settembre è
stata incredibile. E’ stato impressionate per esempio vedere la fila enorme di
persone in attesa di donare il sangue per coloro che erano sopravissuti
alla catastrofe.
Durante il mio soggiorno a New York City mi sorprendevo spesso a
riflettere... ed un sogno ad occhi aperti, mi riempiva di speranza:
Che grande giorno, dicevo a me stesso, sarà quello in cui non gli americani soltanto, ma tutta l’umanità, nella ricchezza di culture, potenzialità, doni, capacità, sarà capace di dire: Uniti vinceremo!
Don Bruno Oliviero