Cristo Re dell'Universo
Nell’Antico testamento la figura del Pastore è stata sempre
usata da Dio per definire la natura e la missione dei responsabili che lui
stesso stabiliva per guidare il suo popolo.
In modo particolare il Re doveva essere il
“Pastore” che guida il popolo ai pascoli erbosi e li difende da sui nemici.
Storicamente non sempre I responsabili del popolo d’Israele sono stati all’altezza della situazione. Per questo nella lettura tratta al Profeta Ezechiele leggiamo la profezia che sarà Dio stesso a pascere il suo popolo e lo pascerà con giustizia.
A te, mio gregge, dice il Signore Dio: Ecco, io giudicherò fra pecora e
pecora, fra montoni e capri. Non vi basta pascolare in buone pasture, volete
calpestare con i piedi il resto della vostra pastura; non vi basta bere acqua
chiara, volete intorbidare con i piedi quella che resta. Le mie pecore devono
brucare ciò che i vostri piedi hanno calpestato e bere ciò che i vostri piedi
hanno intorbidato. Perciò dice il Signore Dio a loro riguardo: Ecco, io
giudicherò fra pecora grassa e pecora magra. Poiché voi avete spinto con il
fianco e con le spalle e cozzato con le corna le più deboli fino a cacciarle e
disperderle, io salverò le mie pecore e non saranno più oggetto di preda: farò
giustizia fra pecora e pecora.”
(Ez 34,11-22)
In Gesù questa profezia si realizza
completamente: Egli è L’Emmanuele: Dio con Noi che viene per guidare il suo
popolo tratto questa volta da tutti I popoli ai pascoli della vita eterna.
Proprio perché Gesù è il Dio fatto Uomo
gli spetta di diritto l’attributo della Giustizia!
La lettura del Vangelo di Matteo ci dice
quali sono I parametri con I quali il Pastore-Re dell’universo giudicherà
tutti i popoli radunati davanti al suo Trono. (Mt
25,31 ss)
-
Ha fasciato la pecora ferita..
-
Ha curato la pecora malata
-
Ha avuto cura della pecora grassa e della forte…(Ez.
34,16)
-
Egli è il buon Pastore che è pronto a dare la sua vita per le pecore (Gv.
10,11)
In questo contesto vorrei
particolarmente sottolineare che il Pastore-Re che giudicherà con giustizia è
lo stesso che in questa dimensione terrena “ ha lasciato le 99 pecore per
cercare quella perduta…(Lc.
15,1-7)
Premesso che nessuno può essere considerato colpevole fino al sentenza della Cassazione; premesso che molti di loro possono trovarsi in prigione innocentemente (L’ultimo caso negli Stati uniti è quello di Eddie Joe Lloyd che è stato in prigione per 17 anni. Nell’Agosto di quest’anno è stato rimesso in libertà. Il test del DNA ha dimostrato che non poteva essere stato lui a commettere il reato per il quale era stato condannato. Lloyd è la 110ma persona negli U.S.A. ritenuto in un primo momento colpevole e condannata per poi scoprire che era innocente.
Finalmente ci sono coloro che possono aver ricevuto una condanna più severa di quella che effettivamente avrebbero dovuto ricevere.
domande
La
domanda che mi pongo come cristiano è questa:
Come si applica, in questo contesto de carcere, la parabola del buon Pastore?
I verbi usati nella parabola fanno capire
coinvolgimento pieno del pastore per cercare di “Riabilitare” le pecore (le
fascia, le cura etc)” .
La “gioia “ - che a noi sembra esagerata-
provata dal pastore che ritrova la “pecora perduta” fa intendere
l’intrinseco “valore” della pecora al di là del fatto che si era perduta.
La perdita di una sola pecora agli occhi di
Dio è un fatto così drammatico che Egli non ci pensa due volte a Lasciare le
99 e a “scendere in campo” con tutto il suo Potere, per cercarla e
recuperarla.
Come Cristiani abbiamo capito l’importanza
che una sola pecora ha per Dio?
Impieghiamo le energie necessarie per
“cercare” e “recuperare” ciò che era perduto?
E siccome senza l’intervento di Dio nulla e’ possibile…Crediamo e lasciamo a Dio lo spazio perchè possa operare attraverso di noi la liberazione di tanti nostri fratelli e sorelle che vivono nel labirinto del crimine e sembrano incapaci di uscirne fuori?
Don Bruno Oliviero